Il lavoro occasionale è legale?

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Qual è la differenza tra lavoro occasionale autonomo, prestazione occasionale e lavoro retribuito con il libretto di famiglia?

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Il lavoro può essere essenzialmente di due tipi: autonomo oppure dipendente. Mentre quest’ultimo è caratterizzato dalla subordinazione a un datore, il primo si svolge molto più liberamente, con il lavoratore che può organizzare la propria attività secondo le proprie esigenze. Si pensi, solo per fare un esempio, ai liberi professionisti iscritti a un albo, come gli ingegneri e gli avvocati. È in questo contesto che si pone il seguente quesito: il lavoro occasionale è legale?

Come diremo, la legge prevede diverse ipotesi di lavoro occasionale, ognuna disciplinata da regole precise. Approfondiamo l’argomento.

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Cos’è il lavoro occasionale?

È occasionale la prestazione lavorativa svolta in maniera non abituale e non continua, che non supera un certo reddito annuo.

In altre parole, l’esercizio dell’attività lavorativa, per essere occasionale, deve essere privo dei requisiti dell’abitualità e della professionalità, cioè deve essere saltuario ed episodico.

La legge prevede essenzialmente due diverse ipotesi di lavoro occasionale:

Analizziamo entrambi i casi.

Lavoro autonomo occasionale: cos’è e come funziona?

Il lavoro autonomo occasionale è quello che una persona svolge in proprio, senza essere dipendente di nessun altro.

Si pensi al laureato in giurisprudenza che, saltuariamente, si fa retribuire per qualche consulenza legale.

Il lavoro autonomo occasionale viene svolto in totale indipendenza e con modalità di esecuzione non organizzate dal committente, anche con riferimento ai tempi e ai luoghi.

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Chi svolge un lavoro autonomo occasionale deve comunque dichiarare i redditi percepiti all’Agenzia delle Entrate. Per tale ragione, occorre sempre rilasciare al cliente una ricevuta.

Per la precisione, la ricevuta deve essere emessa al momento dell’incasso del corrispettivo; sulla stessa deve essere apposta una marca da bollo da 2 euro quando l’importo della vendita supera le 77,47 euro.

Le prestazioni occasionali di lavoro autonomo sono classificate come “redditi diversi” e sono assoggettate a tassazione per mezzo della denuncia dei compensi nella dichiarazione dei redditi.

Se nello stesso anno solare vengono superati i 5mila euro, diventa obbligatoria l’iscrizione alla gestione separata Inps e il pagamento dei contributi previdenziali.

Se l’attività da saltuaria dovesse diventare abituale, cioè professionale, allora diventa obbligatorio l’apertura di una partita iva.

Prestazione occasionale: cos’è e come funziona?

La legge [1] disciplina specificamente un’altra forma di lavoro occasionale, definita “prestazione occasionale

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”.

La differenza rispetto al lavoro autonomo è che tale forma di prestazione viene svolta per conto di un’altra persona, definita “utilizzatore”.

In buona sostanza, la legge consente di acquisire prestazioni di lavoro attraverso contratti di prestazione occasionale, per attività sporadiche, nel rispetto dei limiti economici previsti dalla norma.

Il contratto di prestazione occasionale (denominato “PrestO”) può quindi essere definito come l’accordo con cui un soggetto (utilizzatore) acquisisce, con modalità semplificate, prestazioni di lavoro occasionali o saltuarie di ridotta entità.

A differenza del lavoro autonomo occasionale, sono interamente a carico dell’utilizzatore sia la contribuzione alla Gestione separata Inps (nella misura del 33% del compenso) che il premio dell’assicurazione Inail contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

In particolare, la normativa vigente ammette la possibilità di svolgere prestazioni di lavoro occasionale, intendendosi per tali le attività lavorative che danno luogo nel corso di un anno solare:

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Il prestatore ha diritto all’assicurazione per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti, con iscrizione alla Gestione separata dell’Inps, nonché all’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Inoltre, è previsto il diritto al riposo giornaliero, alle pause e ai riposi settimanali.

I compensi percepiti dal prestatore sono esenti da imposizione fiscale, non incidono sullo stato di disoccupato e sono computabili ai fini della determinazione del reddito necessario per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno.

Non possono essere acquisite prestazioni di lavoro occasionali da soggetti con i quali l’utilizzatore abbia in corso o abbia cessato da meno di sei mesi un rapporto di lavoro subordinato o di collaborazione coordinata e continuativa.

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Per l’accesso alle prestazioni occasionali, gli utilizzatori e i prestatori sono tenuti a registrarsi all’interno di un’apposita piattaforma informatica gestita dall’Inps che supporta le operazioni di erogazione e di accreditamento dei compensi e di valorizzazione della posizione contributiva dei prestatori attraverso un sistema di pagamento elettronico.

Cos’è il libretto di famiglia?

Le prestazioni occasionali possono essere rese anche mediante il sistema del cosiddetto libretto di famiglia.

Si tratta di un libretto nominativo prefinanziato per il pagamento di determinate prestazioni occasionali rese in ambito familiare, come ad esempio: piccoli lavori domestici (compresi lavori di giardinaggio, di pulizia o di manutenzione); assistenza domiciliare ai bambini (baby sitter) e alle persone anziane, malate o con disabilità; insegnamento privato supplementare; ecc.

Ciascun libretto famiglia contiene titoli di pagamento (come se fossero voucher, in pratica), il cui valore nominale è pari a 10 euro, utilizzabili per compensare prestazioni di durata non superiore a un’ora.

I contributi previdenziali e assicurativi, per ciascun titolo di pagamento erogato, sono interamente a carico dell’utilizzatore.

Per la precisione, il titolo di pagamento comprende anche la contribuzione alla Gestione separata Inps e il premio assicurativo Inail.

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