Gestione separata Inps: cos'è e chi deve iscriversi?
In cosa consiste la gestione separata e quali lavoratori sono obbligati a iscriversi? C’è un contributo minimo da pagare annualmente?
I lavoratori, sia autonomi che dipendenti (in quest’ultimo caso, attraverso il datore), versano periodicamente contributi previdenziali a un ente previdenziale come l’Inps o, in alternativa, a una specifica cassa professionale privata. Con il presente articolo ci occuperemo di una questione particolare: vedremo cioè cos’è e chi deve iscriversi alla gestione separata Inps.
Indice
Gestione separata Inps: cos’è?
La gestione separata è un
Poiché i contributi per i lavoratori dipendenti sono versati all’Inps direttamente dal datore, possiamo affermare che la gestione separata è un fondo pensionistico riservato a lavoratori autonomi e liberi professionisti senza cassa.
Chi deve iscriversi alla gestione separata Inps?
Devono iscriversi obbligatoriamente alla gestione separata Inps, versando i relativi contributi, tra gli altri:
- i lavoratori autonomi titolari di partita iva che non abbiano una cassa previdenziale di categoria. Si pensi agli artisti, ai consulenti generici, agli insegnanti privati ma anche tutti coloro che svolgono professioni nuove o nate con l’avvento del digitale, come i web designer e i copywriter;
- i lavoratori che forniscono collaborazione coordinata e continuativa (co. co. co.);
- i professionisti con cassa previdenziale, nel caso in cui non siano iscrivibili e non versino il contributo soggettivo;
- i venditori a domicilio (meglio noti come venditori porta a porta). L’obbligo sussiste soltanto a decorrere dal momento in cui i compensi percepiti nell’anno superano il limite di 6.410,26 euro;
- i lavoratori autonomi occasionali. L’obbligo sussiste soltanto a decorrere dal momento in cui i compensi percepiti nell’anno superano il limite di 5.000 euro;
- gli associati in partecipazione con apporto di solo lavoro (l’obbligo non riguarda gli associati in partecipazione che apportano esclusivamente capitale ovvero sia capitale che lavoro);
- gli spedizionieri doganali non dipendenti;
- i beneficiari di borse di studio per la frequenza ai corsi di dottorato di ricerca oppure a sostegno della mobilità internazionale degli studenti;
- gli amministratori locali;
- i beneficiari degli assegni per attività di tutorato, didattico-integrative, propedeutiche e di recupero;
- i medici con contratto di formazione specialistica;
- i volontari del servizio civile;
- i prestatori di lavoro occasionale accessorio (oggi “prestazione occasionale”).
Iscrizione gestione separata: come si fa?
L’iscrizione alla gestione separata avviene
- i dati anagrafici del lavoratore, compreso il suo codice fiscale;
- la data di inizio attività;
- il tipo di attività svolta.
Gestione separata Inps: calcolo contributi e versamento
Effettuata l’iscrizione alla gestione separata, esistono diverse modalità di calcolo del contributo previdenziale a seconda del soggetto che ha effettuato l’iscrizione:
- nel caso di liberi professionisti senza cassa, la base imponibile previdenziale è ottenuta come differenza tra i compensi percepiti e le spese sostenute. Il contributo alla gestione separata viene calcolato applicando le aliquote vigenti nell’anno di riferimento entro il massimale previsto per l’anno stesso. L’intero contributo è a carico del professionista;
- nell’ipotesi di lavoratori autonomi occasionali, l’imponibile previdenziale corrisponde al compenso lordo erogato al lavoratore, dedotte le eventuali spese a carico del committente (al superamento del limite di euro 5.000 euro);
- per le collaborazioni coordinate e continuative, i contributi sono assimilati a quelli di lavoro dipendente e sono divisi tra committente (2/3) e collaboratore (1/3). Tuttavia, l’obbligo di versamento grava esclusivamente sul committente, che tratterrà dalla busta paga del collaboratore la quota a carico di quest’ultimo.
Il versamento dei contributi va eseguito,
In considerazione del fatto che per questo tipo di Cassa non è previsto un reddito minimale dal quale partire per versare obbligatoriamente i contributi previdenziali, questi ultimi sono pagati esclusivamente in base al reddito dichiarato.
Un lavoratore autonomo iscritto alla gestione separata Inps perché sprovvisto di cassa di previdenza privata ha percepito compensi pari a 6mila euro e, contestualmente, ha sostenuto spese per complessivi 6mila euro. Poiché il reddito è pari a zero, nessun contributo deve essere versato.
Non si applicano, quindi, i contributi minimi obbligatori previsti dalle casse private (cassa forense, ecc.), che vanno sempre versati anche nell’ipotesi di reddito pari a zero.