Furto: cos'è l'aggravante della destrezza
Come funziona l’aggravante del furto con destrezza, qual è la pena e quali i presupposti?
Il reato di furto viene punito in modo più severo se compiuto “con destrezza”. La destrezza è quindi un’aggravante della pena. Ma cosa significa, nel concreto, tale concetto? Per comprendere cos’è l’aggravante della destrezza nel furto dobbiamo rifarci alle indicazioni fornite dalla Cassazione, in particolare a Sezioni Unite.
In questo articolo vedremo qual è la pena per il furto e quale invece quella per il furto con destrezza.
Indice
Cos’è il furto?
Il furto è un reato previsto dall’
Quindi, non si configura “furto” quando l’oggetto è un immobile come una casa o un terreno (in tale ipotesi si configureranno altri reati come quello di “occupazione di terreni ed edifici”).
Si considera cosa mobile anche l’energia elettrica.
Secondo alcuni, per far scattare il reato è necessario appropriarsi di un bene di proprietà altrui. Secondo altri invece è sufficiente sottrarre un oggetto che è solo nella disponibilità fisica di un altro individuo, anche se questi non ne è il proprietario (quindi sarebbe furto rubare una cosa a chi, a sua volta, l’aveva rubata).
La pena consiste nella reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 154 a 516 euro.
Cos’è l’aggravante della destrezza?
Ai sensi dell’articolo 625 del codice penale, il furto è punito con la reclusione da due a sei anni e della multa da 927 a 1.500 euro (quindi in modo più grave rispetto all’ipotesi “base” vista in precedenza) quando ricorrono una serie di aggravanti tra cui l’
Altre aggravanti sono, ad esempio, l’aver usato armi, l’aver agito in tre o più persone, l’aver finto di essere un pubblico ufficiale, l’aver sottratto il bagaglio altrui, ecc.
Quando c’è l’aggravante della destrezza nel furto?
Ai fini della configurabilità della circostanza aggravante della destrezza nel furto è necessario che la condotta risulti connotata da una particolare agilità e sveltezza.
Il furto con destrezza è ciò che comunemente viene chiamato borseggio. Si pensi al ladruncolo di strada che riesce a sottrarre il portafogli dalla tasca altrui o, con un fulmineo movimento della mano, riesce ad appropriarsi di un oggetto posto all’interno della borsa di una donna.
Secondo la Cassazione, non scatta l’aggravante se il ladro agisce quando la vittima si allontana di sua iniziativa e per un notevole lasso di tempo dal luogo ove si trova l’oggetto sottratto.
La destrezza richiede un comportamento del ladro, posto prima o durante l’impossessamento del bene mobile altrui. Questo comportamento deve essere caratterizzato da particolare
Pertanto non c’è l’aggravante della destrezza se la vittima del furto era distratta ossia se il ladro si limita ad approfittarsi di situazioni, da lui stesso non provocate, di disattenzione o di momentaneo allontanamento del detentore dalla cosa. Questo importante chiarimento è stato fornito dalla Cassazione a Sezioni Unite (sent. n. 34090/2017).
La pronuncia affronta il tema del furto con destrezza, altrimenti detto, più comunemente, “borseggio” e che, sotto il profilo dell’inquadramento giuridico, trova collocazione nella contestazione della circostanza aggravante speciale di cui all’art. 625, n. 4, c.p.
Perché il furto con destrezza è punito più gravemente
L’aggravante trova giustificazione nel fatto che l’agente, ponendo in essere questo dato comportamento, palesa una maggior pericolosità sociale.
La condotta di destrezza è, dunque, quel comportamento significativamente volto ad approfittarsi di una qualunque situazione di tempo e di luogo idonea a svisare l’attenzione della persona offesa, distogliendola dal controllo e dal possesso della cosa (Cass. sent. n. 35872/2007).
Elementi per avere furto con destrezza
Per la configurazione dell’aggravante in esame non si richiede necessariamente l’uso di una eccezionale abilità, per cui il derubato non possa in alcun modo accorgersi della sottrazione; basta, invece, che l’agente tragga vantaggio da un generico contesto, soggettivo od oggettivo, che risulti favorevole per eludere la normale vigilanza dell’uomo medio, poichè ciò costituisce già espressione di quella maggiore criminosità, in vista della quale la legge ha disposto un inasprimento della pena (Cass. sent. n. 919/1995).
È pertanto, sufficiente che l’atteggiamento posto in essere sia idoneo ad attenuare la normale attenzione della parte lesa nel mantenere il controllo oppure la vigilanza sulla cosa, rientrando nel concetto di destrezza qualsiasi modalità dell’azione furtiva idonea a non destare l’attenzione suddetta (Cass. sent. n. 12974/2005).
L’aggravante, pertanto, presuppone una particolare abilità dell’agente (anche espressa attraverso astuzia e rapidità), tale da menomare apprezzabilmente la capacità difensiva e la vigilanza del proprietario della cosa, comunque esse si prospettino nel momento di commissione del fatto e, quindi, anche laddove si traducano in una custodia precaria (Cass. sent. n. 1526/2005).
In particolare rientrano nel furto con destrezza tutti quei comportamenti connotati da particolare agilità, sveltezza, callido artificio ed atteggiamenti, mosse o manovre particolarmente scaltre ed ingannevoli, tali da eludere la pur vigile attenzione dell’uomo medio impedendogli di prevenire la sottrazione delle cose in suo possesso opponendovisi tempestivamente ed in costanza del fatto, senza che perciò possa assumere rilievo il fatto che la sottrazione sia scoperta anche subito dopo il suo avverarsi (Cass. sent. n. 2664/2004, n. 13491/1998, n. 3434/1999).