Come aumentare la pensione con la previdenza complementare

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Cosa fare per aumentare l’importo della pensione: cos’è la previdenza complementare e quali sono le opzioni disponibili in aggiunta alla pensione obbligatoria.

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La previdenza complementare si pone come soluzione strategica per coloro che aspirano a garantirsi una pensione più sostanziosa. Il Decreto legislativo 252/2005 ne regola le basi, rispondendo alla necessità nata dalle riforme pensionistiche che hanno introdotto il calcolo contributivo. Quest’ultimo ha, infatti, inciso in modo sostanziale sul tasso di sostituzione tra ultimo reddito da lavoro e pensione. In questa guida vedremo pertanto come aumentare la pensione con la previdenza complementare, quali sono le opzioni disponibili sul mercato e come individuare quelle più convenienti.

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Cos’è la previdenza complementare

La previdenza complementare è un sistema di previdenza facoltativo che affianca la previdenza obbligatoria, gestita dall’INPS o dalle varie Casse professionali. Essa offre ai lavoratori la possibilità di

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integrare la propria pensione futura.

Ma come funziona la previdenza complementare? I lavoratori possono aderire ad un fondo pensione complementare, versando dei contributi a un soggetto privato.

Il lavoratore può scegliere di versare autonomamente dei contributi al fondo pensione. Tuttavia, alcuni datori di lavoro offrono ai propri dipendenti la possibilità di aderire ad un fondo pensione aziendale, pagando contributi a loro favore.

I contributi versati al fondo pensione sono investiti in diversi strumenti finanziari, come ad esempio azioni, obbligazioni e titoli di Stato. I rendimenti derivanti dagli investimenti vanno ad aumentare il valore del fondo pensione.

Al momento del pensionamento, il lavoratore può scegliere di ricevere la prestazione pensionistica in diverse forme, ad esempio:

Quali sono i vantaggi della previdenza complementare?

I vantaggi della previdenza complementare sono diversi:

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Quali sono i rischi della previdenza complementare?

I rischi della previdenza complementare sono:

Perché considerare la previdenza complementare?

La previdenza complementare si rende necessaria in un contesto in cui le proiezioni indicano una riduzione significativa del tasso di sostituzione lordo della pensione obbligatoria: si stima che, per i lavoratori con almeno 38 anni di contributi, la percentuale sarà circa del 60% per i dipendenti e del 50% per gli autonomi. Questo dato evidenzia l’importanza di integrare la pensione obbligatoria con altre forme di risparmio previdenziale.

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Quali sono le opzioni di previdenza complementare?

Esistono diverse vie per costruire una pensione complementare, ognuna con caratteristiche specifiche:

Come finanziare la previdenza complementare

Un aspetto fondamentale della previdenza complementare è la contribuzione

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, il meccanismo attraverso cui i lavoratori alimentano i propri fondi pensione, un processo che varia significativamente tra lavoratori autonomi e dipendenti.

Per i liberi professionisti e i lavoratori autonomi, il versamento nei fondi pensione avviene attraverso contribuzioni personali, la cui entità è determinata liberamente in base alle proprie capacità e necessità economiche. Questa flessibilità consente di personalizzare il piano di accumulo pensionistico in funzione delle proprie prospettive future.

Come funziona per il TFR dei dipendenti?

Per i dipendenti, il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) rappresenta la fonte primaria per il finanziamento della pensione complementare. I lavoratori hanno la possibilità di destinare il proprio TFR a un fondo pensione o mantenere il trattamento in azienda secondo quanto previsto dall’articolo 2120 del Codice civile. La decisione deve essere comunicata all’azienda entro sei mesi dall’assunzione; in assenza di comunicazione, si presume che il lavoratore acconsenta alla destinazione del TFR al fondo pensione secondo una gerarchia di priorità definita.

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Come viene gestita la contribuzione aggiuntiva?

Oltre al TFR, i dipendenti possono incrementare il proprio fondo pensione con contribuzioni aggiuntive, finanziarie sia dal datore di lavoro che dal lavoratore stesso, in base a quanto stabilito dagli accordi contrattuali. L’obbligo di contribuzione da parte del datore è condizionato al versamento da parte del lavoratore della quota stabilita contrattualmente.

Sia il TFR che la contribuzione aggiuntiva offrono vantaggi fiscali significativi: mentre il TFR è trasferito al fondo pensione in regime di neutralità fiscale, la contribuzione aggiuntiva è deducibile dal reddito annuale fino a un massimo di 5.164,57 euro, rendendo questo strumento un’opzione fiscalmente vantaggiosa per incrementare il proprio fondo pensione.

È possibile contribuire per i familiari a carico?

Un’opportunità interessante offerta dalla previdenza complementare è la possibilità di versare contributi a favore di familiari a carico, come i figli, avviando così un piano di risparmio previdenziale che potranno poi continuare a gestire autonomamente una volta entrati nel mondo del lavoro. Anche questi contributi godono della deducibilità fiscale, nel rispetto del limite annuo di 5.164,57 euro.

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Quali sono i tipi di comparti d’investimento?

Diamo ora uno sguardo alla gestione finanziaria dei fondi pensione. Una volta effettuati i contributi in tali fondi, questi vengono investiti sui mercati dei capitali. Ogni lavoratore ha la facoltà di scegliere come destinare il proprio risparmio previdenziale, con la possibilità di modificare questa scelta nel tempo. I fondi pensione offrono solitamente diversi comparti d’investimento, ognuno con specifiche strategie e obiettivi.

Esistono diversi tipi di comparti di investimento:

I fondi pensione sono tenuti a fornire annualmente ai propri iscritti un resoconto dettagliato sulla posizione individuale, sui costi sostenuti e sui rendimenti ottenuti, spesso accessibili anche online.

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Qual è la tassazione sui rendimenti dei fondi pensione?

I rendimenti derivanti dagli investimenti in titoli di Stato sono soggetti a una tassazione del 12,5%, mentre quelli generati da altri tipi di investimenti vengono tassati al 20%.

È possibile trasferire il risparmio previdenziale?

Gli iscritti possono trasferire il proprio risparmio da un fondo all’altro dopo due anni dall’iscrizione, oppure in caso di cambio di lavoro che offra l’opzione di adesione a un fondo collettivo.

Quando si ha diritto alla pensione complementare?

Le prestazioni offerte dalla previdenza complementare rappresentano il cuore del sistema, essendo il momento in cui il lavoratore raccoglie i frutti del proprio investimento previdenziale. Comprendere come queste vengano erogate è fondamentale per pianificare al meglio il proprio futuro pensionistico.

Il diritto alla pensione complementare si concretizza secondo gli stessi requisiti del regime pensionistico obbligatorio (ossia per l’ottenimento della pensione), a patto che il lavoratore abbia contribuito a forme di previdenza complementare per almeno

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5 anni.

In quali forme può essere erogata la prestazione?

La prestazione pensionistica complementare può essere ricevuta sia sotto forma di rendita che in capitale, quest’ultimo limitato al 50% del totale. È possibile ottenere l’intero montante in capitale, qualora la rendita risultante da una conversione del 70% del montante finale sia inferiore al 50% dell’assegno sociale, garantendo così una flessibilità nella gestione delle risorse accumulate.

Cos’è la Rendita integrativa temporanea anticipata (Rita)?

Per i lavoratori che interrompono l’attività avendo maturato almeno 20 anni di anzianità nel regime obbligatorio e che raggiungono l’età per la pensione di vecchiaia entro 5 anni, è prevista la possibilità di ottenere la Rita. Questa consiste nell’erogazione frazionata del capitale accumulato, offrendo un supporto finanziario nel periodo che precede l’accesso alla pensione di vecchiaia.

Qual è la tassazione sulle prestazioni?

Le prestazioni sono soggette a una ritenuta d’imposta del 15%, riducibile dello 0,3% per ogni anno oltre il quindicesimo di iscrizione al fondo, fino a un massimo del 6%. Questo meccanismo premia la fedeltà e l’impegno a lungo termine nel sistema di previdenza complementare.

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Sono previste anticipazioni o riscatti speciali?

In situazioni particolari, come gravi necessità sanitarie, acquisto della prima casa o momenti di difficoltà economica come la disoccupazione, è possibile ottenere anticipazioni o riscattare parte o tutto il capitale accumulato. Queste opzioni introducono una componente di flessibilità e sicurezza in caso di imprevisti.

Cosa accade in caso di decesso dell’iscritto?

Nell’eventualità del decesso dell’iscritto prima del raggiungimento della pensione, il montante accumulato può essere ereditato dai familiari, a meno che non siano stati designati specifici beneficiari, assicurando così una tutela anche per i propri cari.

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