Cosa può pignorare l’Agenzia delle Entrate
Quali sono i beni pignorabili in caso di debiti fiscali: la guida sui limiti alla riscossione esattoriale.
Le regole sul pignoramento da parte del fisco sono completamente diverse da quelle previste per i creditori privati. La materia è stata fortemente modificata dal cosiddetto Decreto del Fare (D.L. 60/2013) che ha fissato una serie di limiti a tutela dei debitori, al fine di garantire loro la sopravvivenza. In questa guida vedremo, pertanto, cosa può pignorare l’Agenzia delle Entrate. O meglio, bisogna piuttosto parlare di Agenzia Entrate Riscossione dato che è quest’ultimo l’ente incaricato di riscuotere i crediti dello Stato. All’Agenzia delle Entrate, infatti, spetta il semplice compito di accertare le violazioni tributarie e notificare gli accertamenti fiscali.
Qui di seguito risponderemo a una serie di domante abbastanza frequenti: da quale somma scatta il pignoramento? Si può pignorare la prima casa? Quanti soldi si possono pignorare? Quali sono i limiti del pignoramento dello stipendio per chi non paga le cartelle esattoriali? Cosa succede se si intesta un immobile a un familiare prima che inizi l’esecuzione forzata? Ma procediamo con ordine.
Indice
Quando inizia il pignoramento?
Come anticipato, non è l’Agenzia delle Entrate a effettuare il pignoramento nei confronti del contribuente ma l’Agenzia Entrate Riscossione (a breve, tuttavia, tali enti saranno unificati).
Il pignoramento non può avvenire se prima l’Agenzia delle Entrate non ha notificato al debitore un avviso di accertamento e, dopo di ciò, non ha trasmesso il ruolo ad Agenzia Entrate Riscossione. Quest’ultima invierà al contribuente – a seconda del tipo di violazione commessa – una “lettera di presa in carico” o una “cartella esattoriale”. Da tale momento devono decorrere almeno
Una recente riforma ha previsto il discarico automatico della cartella dopo cinque anni, se l’Agente per la Riscossione ritiene che ogni tentativo di pignoramento possa non sortire effetti (come nel caso di soggetti nullatenenti o aziende fallite).
Agenzia Entrate Riscossione può pignorare la prima casa?
Non è possibile pignorare la casa del contribuente se questi non ha altri immobili. Dunque il cosiddetto “divieto di pignoramento della prima casa” si riferisce, piuttosto, all’unica abitazione di proprietà del debitore. Se costui invece dovesse avere, anche solo per una semplice quota, un altro immobile (ad esempio un terzo di un terreno), l’Esattore potrebbe avviare il pignoramento dell’uno o dell’altro.
Affinché operi il divieto di pignoramento della prima casa è quindi necessario che ricorrano le seguenti condizioni:
- il contribuente non deve detenere la proprietà o quote di proprietà di altri immobili;
- la casa non deve essere di lusso (ossia accatastata nelle categorie A/1, A/8 o A/9);
- la casa deve essere adibita a civile abitazione del contribuente;
- la casa deve essere luogo di residenza del contribuente.
Se anche uno solo di tali requisiti non dovesse sussistere, l’Agenzia Entrate Riscossione potrebbe procedere al pignoramento immobiliare. Ma anche in questo caso devono sussistere ulteriori condizioni, che vedremo nel successivo paragrafo.
Quando è possibile il pignoramento immobiliare?
Se non ricorrono le condizioni per il divieto di pignoramento della prima casa, l’Esattore può procedere al pignoramento immobiliare a patto che:
- il debito sia superiore a 120.000 euro, comprensivo di interessi e sanzioni;
- il valore del complessivo patrimonio immobiliare del contribuente sia superiore a 120.000 euro;
- l’Esattore abbia prima iscritto ipoteca sull’immobile da pignorare e, 30 giorni prima di ciò, gli abbia notificato un preavviso con raccomandata a/r o PEC;
- dall’iscrizione dell’ipoteca siano decorsi almeno 6 mesi durante i quali il contribuente non abbia pagato o chiesto una rateazione.
Si può mettere l’ipoteca sulla prima casa?
L’Esattore, seppure non può pignorare la prima casa, la può ipotecare. L’ipoteca gli servirà come causa di prelazione, nel caso in cui un altro creditore dovesse mettere all’asta il bene intraprendendo la procedura esecutiva (ad esempio la banca).
Si può pignorare lo stipendio?
L’Agenzia Entrate Riscossione può pignorare lo stipendio del lavoratore dipendente ma solo nei limiti di:
- un decimo, per stipendi fino a 2.500 euro;
- un settimo, per stipendi da 2.5001 a 5.000 euro;
- un quinto, per stipendi da 5.001 euro a salire.
Tali percentuali sono calcolate al netto delle imposte e contributi. Non si tiene, invece, in considerazione un eventuale pignoramento già in corso o una cessione del quinto.
Lo stipendio immediatamente successivo al pignoramento non può essere pignorato, poiché serve per il sostentamento.
Allo stesso modo è pignorabile anche il TFR nei limiti di un quinto.
Si può pignorare la pensione?
L’Agenzia Entrate Riscossione può pignorare anche la pensione negli stessi limiti appena visti per lo stipendio, ossia fino a massimo:
- un decimo, per pensioni fino a 2.500 euro;
- un settimo, per pensioni da 2.5001 a 5.000 euro;
- un quinto, per pensioni da 5.001 euro a salire.
Ma in questo caso il calcolo è più complesso. Bisogna innanzitutto tenere a riferimento la pensione netta (anche in questo caso non influiscono eventuali cessioni del quinto in corso). Da essa bisogna poi sottrarre il “minimo vitale”, che è pari al doppio dell’ammontare dell’assegno sociale (il cui importo viene definito annualmente dall’Inps). Il risultato è la base per poter poi calcolare la percentuale pignorabile (un decimo, un settimo o un quinto).
Ad esempio se l’assegno sociale è pari a 535 euro, il doppio sarà pari a 1.070 euro. Una pensione inferiore a tale importo non è mai pignorabile. L’eventuale eccedenza, invece, può essere pignorata fino a massimo un quinto.
Come per lo stipendio, non si può pignorare la pensione immediatamente successiva a quella della notifica del pignoramento.
Si può pignorare l’auto?
In teoria l’Esattore potrebbe pignorare l’auto, ma ciò non succede quasi mai. Più che altro viene iscritto il fermo amministrativo dopo la notifica di preavviso di 30 giorni. Il fermo impedisce di circolare e di rottamare l’auto, ma non di venderla (con tutto il fermo).
Non si può apporre il fermo sulle auto di:
- portatori di handicap ai sensi della Legge 104/92;
- imprenditori o professionisti che utilizzino il veicolo non già come mezzo di trasporto ma come strumento dell’attività (ad esempio il furgoncino per il trasporto della merce). Perciò il mezzo deve essere iscritto nel libro dei beni ammortizzabili.
Si può pignorare il conto corrente?
Il conto corrente può essere pignorato nell’interezza – quindi per il 100% – per un importo pari al valore del debito aumentato fino al doppio (per coprire interessi e spese di procedura).
Regole diverse, invece, sussistono per il pignoramento del conto di appoggio di stipendi da lavoro dipendente e pensioni. In questi casi:
- le somme che si trovano in giacenza al momento della notifica del pignoramento possono essere pignorate solo per l’eventuale parte che supera il triplo dell’assegno sociale. Se quindi il saldo è inferiore, i risparmi non possono essere pignorati;
- le somme successivamente versate dal datore di lavoro o dall’Inps possono essere pignorate nei limiti che abbiamo visto sopra, quando abbiamo parlato di pignoramento dello stipendio o della pensione. E quindi entro massimo un decimo, un settimo o un quinto per ciascuna mensilità (detratto, solo per la pensione, il minimo vitale).
Quali altri beni si possono pignorare?
L’Esattore può pignorare inoltre:
- quote di società;
- canoni di locazione per affitti in corso;
- crediti verso terzi per fatture emesse (ad esempio nei confronti delle pubbliche amministrazioni o di ditte private);
- risarcimenti del danno vantati verso terzi (ad esempio una compagnia di assicurazione).
Non si possono invece pignorare:
- sostegni ai poveri;
- assegni di accompagnamento (le pensioni di invalidità solo nei limiti eventualmente indicati dal giudice).