Quando un insulto diventa reato?

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Come denunciare chi ti offende. Ecco gli insulti che sono querelabili.

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Non sempre insultare una persona può costare una condanna penale. Per comprendere quando un insulto diventa reato bisogna innanzitutto aver chiara la differenza tra ingiuria e diffamazione. Occorre poi conoscere le istruzioni fornite dalla Cassazione su come coordinare le vecchie norme con i nuovi strumenti di comunicazione, come chat, social o WhatsApp.

Se vuoi sapere se si può denunciare chi ti manda un messaggio con un’offesa o con una minaccia e cosa puoi fare per difendere i tuoi diritti, non devi far altro che leggere il seguente articolo.

Inviare un messaggio con un grave insulto è reato?

Non è reato insultare qualcuno con un messaggio

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inviato, ad esempio, tramite email, chat privata o attraverso un social.

Un’offesa di questo tipo, infatti, se diretta solo al destinatario, integra l’ingiuria, la quale però è stata depenalizzata nel 2015.

L’ingiuria oggi è solo un illecito civile a fronte della quale è tutt’al più possibile chiedere il risarcimento del danno. Bisogna però avviare una causa civile, anticipando le spese. Il risarcimento è ormai simbolico, ma al termine del processo il giudice deve condannare il colpevole a pagare una sanzione amministrativa allo Stato da 100 a 8mila euro.

Quando inviare un messaggio con un insulto è reato?

Le cose vanno diversamente quando il messaggio può essere letto da due o più persone, anche se in momenti diversi. Si pensi a un’email inoltrata, oltre che al destinatario, ad altri indirizzi di posta in conoscenza (pur se in copia nascosta) come ad esempio a un gruppo in una chat.

In questi casi si configura, invece, la diffamazione che è tutt’ora un reato. Essa è punita con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 1.032 euro.

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Se però l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato (ad esempio l’aver rubato in una particolare circostanza), la pena è la reclusione fino a due anni oppure la multa fino a 2.065 euro.

Anche in caso di diffamazione la parte lesa può pretendere un risarcimento che viene parametrato su una serie di fattori come:

Attenzione però: nell’ambito di una chat o di un servizio di messaggeria istantanea, se il messaggio viene spedito proprio quando il destinatario dell’offesa è connesso ed è pertanto in grado di leggerlo in quello stesso istante, non scatta più la diffamazione ma l’ingiuria. A tale conclusione è pervenuta la Cassazione che ha sottolineato la differenza tra ingiuria e diffamazione:

Quando un insulto è reato di diffamazione?

Dunque, affinché un insulto possa rientrare nella diffamazione è necessario che ricorrano i seguenti presupposti:

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Altri casi in cui il messaggio è reato

Un messaggio può altresì essere reato se, pur non avendo un contenuto offensivo, contiene una minaccia tale da incutere timore a una persona media. In questo caso, questa intimidazione può essere punita sporgendo querela entro 3 mesi.

La sanzione penale è costituita dalla multa fino a euro 1.032. La vittima può anche chiedere il risarcimento dei danni.

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