Chi paga l'IMU sulla seconda casa?
Esenzione Imu: quando si applica e a favore di chi. Come non pagare l’Imu sulla seconda casa. La guida.
Se è vero che, per l’abitazione principale, sussiste l’esenzione dal pagamento dell’Imu, la seconda casa invece rimane soggetta dal pagamento dell’imposta al Comune. Il problema però si pone per le coppie di conviventi o i coniugi che possiedono un immobile a testa. In questi casi, è necessario scegliere quale delle due proprietà designare come dimora abituale per godere dell’agevolazione fiscale. Vediamo allora chi paga l’Imu sulla seconda casa e cosa bisogna fare per ottenere una doppia esenzione.
Indice
Quando spetta l’esenzione Imu?
L’Imu non si paga sulla cosiddetta “abitazione principale”, a meno che non sia classificata nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 (ville signorili, castelli e palazzi di lusso).
Non basta spostare la propria residenza in una casa per non pagare l’Imu. Sono due le condizioni richieste dalla legge per l’agevolazione fiscale:
- residenza;
- dimora abituale.
Il primo requisito è facile da realizzare: basta recarsi all’Anagrafe e dichiarare la propria residenza nell’immobile su cui si vuole ottenere l’esenzione.
La “dimora abituale” invece è un requisito di fatto: consiste nel vivere stabilmente all’interno dell’abitazione in questione. E il Comune accerta la sussistenza di tale condizione facendosi consegnare le bollette delle utenze domestiche dalle società fornitrici: laddove queste segnino consumi irrisori, scatterà l’accertamento per gli ultimi cinque anni (tale è la prescrizione dell’Imu).
In sintesi: l’esenzione Imu sulla cosiddetta “abitazione principale” scatta solo se si è residenti e si dimora per gran parte dell’anno nell’immobile in questione.
Chi paga l’IMU per la seconda casa? Regola generale
L’Imposta Municipale Unica (IMU) è una tassa dovuta sui fabbricati, terreni e aree fabbricabili situati nel territorio del Comune. Per quanto riguarda le seconde case, essa è a carico del proprietario dell’immobile, indipendentemente dal fatto che l’immobile sia occupato o locato. Il locatore può addebitare all’inquilino, oltre al canone di affitto, anche il rimborso dell’Imu e della Tari, ma si tratta di un accordo che ha valore solo tra le parti e non è opponibile al Comune. Il soggetto passivo dell’imposta, quindi, resta solo il proprietario.
Che succede se una coppia ha due case?
Se una coppia sposata ha due case (una per ciascuno dei coniugi), si potrà ottenere l’esenzione Imu solo su una mentre sull’altra bisognerà pagare l’imposta. Ciò indipendentemente dal regime patrimoniale adottato dalla coppia (separazione o comunione dei beni).
Una recente riforma ha però concesso alle coppie (tanto quelle sposate quanto quelle di conviventi) di scegliere su quale dei due immobile avere l’esenzione Imu e, quindi, dichiarare come “abitazione principale”. È una decisione che viene rimessa all’insindacabile volere della coppia. Naturalmente, verrà fatta una valutazione di opportunità sulla base del valore catastale del bene e quindi della maggiore o minore base imponibile.
A seconda quindi della convenienza, il marito e la moglie o i due partner conviventi possono decidere quale delle due case assoggettare a Imu e quale invece destinare all’esenzione.
Chi deve pagare l’Imu sulla seconda casa?
Da quanto detto nel paragrafo precedente si evince che, una volta operata la scelta della dimora principale, il soggetto proprietario dell’altra casa (la seconda, tanto per intenderci) dovrà versare l’Imu al Comune. Sarà pertanto lui il soggetto passivo dell’imposta, nonché il responsabile per eventuali omissioni.
Come non pagare l’Imu sulla seconda casa?
Affinché la coppia non debba pagare l’Imu sulla seconda casa è necessario che ciascuno dei due componenti (siano essi sposati o conviventi) possegga entrambi i requisiti richiesti per l’esenzione sul proprio immobile ossia:
- residenza;
- dimora abituale.
Ciò può quindi avvenire solo nel caso in cui la coppia viva in case separate, ad esempio per ragioni di lavoro.
Casa in comodato: si deve pagare l’Imu?
Ad eccezione degli immobili di lusso (categorie catastali A/1, A/8 o A/9), se la casa è concessa in comodato a parenti in linea retta entro il primo grado (genitori/figli), la base imponibile IMU è ridotta del 50%. Per poter applicare tale beneficio sono necessari i seguenti requisiti:
- il comodante (cioè chi concede il proprio immobile in comodato) deve risiedere e dimorare abitualmente nello stesso Comune dove si trova l’immobile;
- il comodatario (cioè chi riceve l’immobile in comodato) deve utilizzare l’abitazione come propria residenza anagrafica, oltre che come dimora abituale;
- il comodante non deve possedere altri immobili in Italia, fatta eccezione per una sola ulteriore casa posta nello stesso Comune dell’immobile concesso in comodato, la quale sia adibita a propria abitazione principale di residenza e non appartenga alle categorie catastali A/1, A/8, A/9;
- il contratto di comodato deve essere registrato.