Limiti ai parcheggi a pagamento senza spazi gratuiti
I Comuni possono istituire parcheggi a pagamento, ma devono garantire un equilibrio con la sosta gratuita.
Trovare parcheggio in città può essere un’impresa e spesso l’unica soluzione è ricorrere alle aree di sosta a pagamento. Ma i Comuni hanno carta bianca nell’istituire strisce blu? Esiste un limite alla quantità di parcheggi a pagamento, senza spazi gratuiti, che possono essere creati?
In questa guida, faremo chiarezza sulle norme che regolano la sosta a pagamento, analizzando l’equilibrio tra aree tariffate e gratuite e le possibili contestazioni in caso di sproporzione. Vedremo quindi come contestare la multa.
Indice
Equilibrio tra sosta gratuita e a pagamento
La legge prevede che i Comuni, nella gestione dei parcheggi, debbano garantire un
In pratica, la previsione di aree a sosta tariffata va compensata riservando, nella medesima zona o nelle immediate vicinanze, spazi per la sosta libera (Cass. Sezioni Unite, sent. n. 116/2007), anche a tempo (disco orario). Il Comune deve garantire un’adeguata proporzione rispetto ai parcheggi a pagamento.
Questo principio è stato ribadito dalla Corte di Cassazione in diverse sentenze, tra cui la recente pronuncia n. 20293/2024.
In pratica, se un Comune istituisce parcheggi a pagamento, deve anche prevedere spazi adeguati per la sosta gratuita, nella stessa zona o nei dintorni.
Quando la sproporzione è illegittima?
La Cassazione ha stabilito che la sproporzione tra aree gratuite e a pagamento può essere contestata dagli automobilisti. Se un Comune eccede nell’istituzione di parcheggi a pagamento, senza prevedere sufficienti spazi liberi, le sanzioni elevate per la sosta non pagata potrebbero essere annullate.
Ad esempio, nella sentenza n. 20293/2024, la Suprema Corte ha accolto il ricorso di un automobilista multato per mancato pagamento della sosta a Catania, rilevando che il Comune non aveva adeguatamente motivato le esigenze che giustificavano la sproporzione tra aree tariffate e gratuite.
Eccezioni: parcheggio nei centri storici e zone di pregio
Il Codice della Strada prevede alcune eccezioni al principio dell’equilibrio tra sosta gratuita e a pagamento. In particolare, nei centri storici, nelle ZTL, nelle aree pedonali o di pregio urbanistico, i Comuni hanno maggiore libertà nell’istituire parcheggi a pagamento, considerando le esigenze di tutela del patrimonio artistico e culturale e la necessità di limitare il traffico.
Tuttavia, se si ritiene che un Comune abbia abusato del potere di definire come “zona di pregio urbanistico” un’area del territorio locale, solo al fine di istituire parcheggi a pagamento, è necessario prima rivolgersi al TAR e impugnare l’ordinanza comunale. In questo caso, il percorso per contestare la multa può essere più arduo, lungo e poco conveniente dal punto di vista economico.
Quali sono le categorie esentate dal pagamento della sosta?
Le categorie esentate dal pagamento della sosta sono indicate nel Codice della Strada e includono, tra gli altri, le
Come stabilire se la proporzione tra parcheggi a pagamento e gratuiti è rispettata?
Non esiste una regola precisa, ma la Cassazione ha precisato che la proporzione deve essere “ragionevole” e che i Comuni devono motivare eventuali deroghe.
Posso contestare una multa per mancato pagamento della sosta se ritengo che ci siano troppi parcheggi a pagamento?
Sì, è possibile impugnare la sanzione, allegando la sproporzione tra aree tariffate e gratuite e la mancanza di adeguate motivazioni da parte del Comune. Tuttavia, se intendi contestare il provvedimento comunale che definisce le aree del territorio urbano devi rivolgerti non già al Giudice di Pace, ma al TAR.
Dove posso trovare informazioni sui parcheggi a pagamento nella mia città?
Le informazioni sui parcheggi a pagamento sono disponibili sul sito web del Comune o su quello della Polizia Municipale.