Assegno di vedovanza: a chi spetta e come richiederlo

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Requisiti e condizioni per percepire l’emolumento; la domanda all’INPS; gli arretrati; i diritti dei familiari superstiti e degli eredi.

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Alcuni lettori ci chiedono di parlare dell’assegno di vedovanza: è un beneficio economico poco conosciuto, ma importante per il sostegno dei coniugi superstiti, che – se invalidi ai sensi della legge 104 – possono ricevere un incremento della pensione di reversibilità. Questo emolumento serve a garantire un sostegno economico ulteriore a queste persone vedove, a prescindere dall’età anagrafica. Ora ti spieghiamo a chi spetta l’assegno di vedovanza e come richiederlo. Ti illustreremo i requisiti e le condizioni e ti diremo come fare domanda all’INPS.

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Cos’è l’assegno di vedovanza?

L’assegno di vedovanza è un’integrazione alla pensione di reversibilità (o indiretta) riconosciuta al coniuge superstite di un dipendente pubblico o privato (non, quindi, di un lavoratore autonomo), che al momento del decesso risultava invalido civile e percettore dell’assegno mensile di invalidità o della pensione di inabilità.

Assegno di vedovanza: chi ne ha diritto?

L’assegno di vedovanza viene riconosciuto se si verificano congiuntamente queste condizioni:

Quindi – in estrema sintesi – il beneficiario diretto dell’assegno di vedovanza è il coniuge superstite che sia anche totalmente inabile al lavoro, mentre il coniuge deceduto, pur non dovendo essere anch’egli invalido, doveva aver raggiunto una posizione previdenziale che gli garantiva una pensione, di qualunque tipologia. Solo a tali condizioni spetta tale supplemento di pensione.

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Limiti di reddito e importo dell’assegno

Per poter ottenere l’assegno di vedovanza occorre rispettare un preciso limite di reddito annuo lordo, che, attualmente, è di 37.325,55 euro.

Al di sotto di questa soglia l’assegno spetta, ma l’importo è parametrato al reddito del percipiente: se non superano i 32.148,88 euro, l’assegno di vedovanza mensile ammonta a 52,91 euro (pari a circa 687 euro all’anno); oltre tale limite si riduce proporzionalmente, fino a un minimo di 19,59 euro mensili per chi raggiunge la soglia reddituale massima.

È importante precisare che l’assegno di vedovanza:

Come si ottiene: la domanda

In presenza dei requisiti che abbiamo descritto, l’assegno di vedovanza non viene erogato automaticamente: bisogna presentare

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domanda all’INPS (o al diverso ente previdenziale di riferimento). La domanda può essere inviata online sul sito dell’Istituto (si accede con le consuete credenziali: SPID, CIE o CNS) o tramite gli intermediari abilitati, come i Patronati.

Occorre allegare, anche in forma di autocertificazione, la data del decesso del coniuge (da cui è derivata la pensione di reversibilità, attestando il proprio stato di invalidità totale o di percezione dell’indennità di accompagnamento .

I documenti necessari, pertanto, sono:

Quando si prescrive il diritto

Il diritto all’assegno di vedovanza non si prescrive in sé, ma i ratei arretrati si prescrivono in 5 anni. Quindi, in pratica, anche se non avevi mai richiesto l’assegno in passato, puoi presentare la domanda oggi e – se tutti i requisiti già sussistevano in precedenza – ottenere:

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Cosa spetta agli eredi del beneficiario

Infine va precisato che l’assegno di vedovanza spetta esclusivamente al coniuge superstite che è in possesso dei requisiti sopra illustrati (invalidità totale, reddito, ecc.), e non è trasmissibile ai suoi eredi o ad altri familiari.

Si tratta, infatti, di un emolumento strettamente personale, pensato per fornire un sostegno economico al coniuge superstite in condizioni di particolare vulnerabilità psico-fisica ed economica. Pertanto il diritto a percepire l’assegno di vedovanza si estingue con il decesso del beneficiario, ma gli eredi possono comunque rivendicare le somme maturate e non riscosse.

Perciò, se l’assicurato era morto senza aver presentato la domanda, il diritto all’assegno di vedovanza entra nel patrimonio del defunto, e dunque gli eredi possono farne richiesta all’INPS per il periodo di spettanza: ciò è riconosciuto anche dalla giurisprudenza

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[1].

In sostanza, gli eredi possono richiedere le somme arretrate spettanti al defunto – relative, come abbiamo detto, agli ultimi 5 anni – ma non acquisiscono il diritto alla continuazione del beneficio, cioè a percepire l’assegno di vedovanza in proprio ed in modo continuativo.

Check list rapida

In sintesi, per sapere se hai diritto all’assegno di vedovanza, verifica se:

Se la risposta a tutte queste domande è sì, hai diritto all’assegno di vedovanza (con importo parametrato al tuo reddito: al superamento della soglia massima di 37.325,55 euro il beneficio viene escluso) e puoi fare domanda, ottenendo anche gli arretrati relativi agli ultimi 5 anni. Altrimenti, purtroppo no.

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