Affitti brevi: partono i controlli dei Comuni
Con il nuovo cruscotto BDSR – Banca Dati Strutture Ricettive – lanciato dal Ministero del Turismo i Comuni possono monitorare gli affitti brevi sul territorio con geolocalizzazione degli immobili e verifiche in tempo reale.
Partono i controlli dei Comuni sugli affitti brevi, cioè le locazioni abitative di durata inferiore a 30 giorni: un settore finora opaco e ad alto rischio di evasione. Per contrastare il fenomeno, il il Ministero del Turismo ha presentato un nuovo strumento operativo pensato per i Comuni: si chiama Cruscotto Operatori Comunali ed è l’ultima evoluzione della BDSR, la Banca Dati delle Strutture Ricettive.
L’annuncio è arrivato il 20 giugno 2025, durante una conferenza stampa presieduta dal ministro Daniela Santanchè, che ha parlato di «una straordinaria sinergia tra Ministero, Regioni e Comuni» e di un passo avanti verso «trasparenza, sicurezza e digitalizzazione della PA».
La banca dati era disponibile già da tempo, ma finora non si sapeva come sfruttare la mole di informazioni che offre, anche attraverso incroci con altre informazioni di cui i Comuni dispongono. Adesso, dal 26 giugno 2025, ogni Comune italiano può chiedere l’abilitazione all’accesso per i propri operatori al nuovo “Cruscotto“: una dashboard completa che fra poco ti descriviamo nei dettagli.
Si tratta, quindi, di un passo fondamentale per rafforzare i controlli su una realtà “fluida” e che ha conosciuto un’enorme espansione negli ultimi anni, anche grazie alle piattaforme online, che facilitano l’incontro tra la domanda e l’offerta di case in affitto breve.
La BDSR era già attiva per i privati dallo scorso anno (in sostanza, dal 2024 chi vuole dare una casa in affitto breve deve, preliminarmente, iscriversi a questa banca dati) ma ora lo strumento viene offerto anche a tutti i Comuni italiani ed è stato potenziato per le funzioni di controllo e verifica.
Ad oggi, la BDSR conta già 664 mila strutture registrate
Indice
Cos’è il Cruscotto BDSR e come funziona
Il Cruscotto è una nuova interfaccia digitale che consente agli operatori comunali di monitorare in tempo reale le strutture ricettive presenti sul territorio.
Il programma offre diverse funzioni tecnologicamente avanzate come:
- la possibilità di geolocalizzazione delle strutture ricettive, visualizzabile su una mappa digitale interattiva;
- l’estrazione delle strutture senza CIN (Codice Identificativo Nazionale);
- il controllo dei CIN non verificati;
- la possibilità di inserire le segnalazioni e le attività di controllo svolte in un apposito Registro delle verifiche.
Cosa contiene la nuova banca dati: tutto parte dal CIN
La banca dati contiene le
Tutto il sistema informativo è alimentato dal CIN, il Codice Identificativo Nazionale (o regionale, ove adottato), come previsto dalla recente normativa (“Disciplina delle locazioni per finalità turistiche, delle locazioni brevi, delle attività turistico-ricettive”, articolo 13-ter del decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2023, n. 191).
Ricordiamo che il CIN è obbligatorio (sono previste sanzioni da 500 a 5.000 euro per chi ne è privo, e si applicano per ogni unità abitativa, quindi, ad esempio, un proprietario che ha 4 appartamenti non registrati rischia fino a 20.000 euro di multa), deve essere esposto all’esterno dello stabile in cui sono collocati gli appartamenti o le strutture e va indicato in ogni annuncio ovunque pubblicato e comunicato, comprese le inserzioni online.
Perché il nuovo sistema è importante
Il Cruscotto rilasciato dal ministero è una utility che permetterà facilmente ai Comuni di individuare in modo più semplice le strutture abusive o non regolari, agevolando l’attività di vigilanza e accertamento. In questo modo si punta a contrastare il sommerso (comprese le forme irregolari di ospitalità, non solo a livello fiscale), tutelare la concorrenza leale contro quella sleale e migliorare la qualità dell’offerta turistica italiana.
La novità si inserisce nel percorso tracciato dal Regolamento UE 2024/1028, che impone agli Stati membri – entro maggio 2026 – di disporre di sistemi efficaci per la raccolta e condivisione dei dati sugli alloggi a breve termine.
L’Italia si è adeguata quasi un anno prima della scadenza finale. Va ricordato che la Banca Dati nazionale delle Strutture Ricettive e degli immobili destinati a locazione breve o per finalità turistiche (BDSR) era già stata istituita nel 2019 (dall’articolo 13-quater, comma 4, del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019, n. 58) e rappresenta – come sottolinea il MIT, Ministero del Turismo – «un pilastro fondamentale per la tutela del consumatore, della concorrenza e della trasparenza del mercato». Finora era rimasta quasi lettera morta, ma la linfa del CIN e l’impulso europeo l’hanno ora resa centrale nella gestione degli affitti brevi.
Verso una riforma completa del settore
Secondo quanto dichiarato dal ministro Daniela Santanchè, l’intervento rientra nella più ampia riforma degli affitti brevi avviata con l’introduzione del CIN e della stessa BDSR, strumenti che ora trovano un ulteriore potenziamento con il Cruscotto comunale.
L’obiettivo è duplice: semplificare l’attività delle amministrazioni locali e tutelare cittadini, turisti e operatori onesti. Il tutto in un contesto di crescente attenzione dell’Unione Europea verso il settore extra-alberghiero.
Per saperne di più
Per ulteriori informazioni, leggi anche le nostre guide di approfondimento:
- Affitti brevi: guida pratica agli adempimenti;
- Affitti brevi: quando scatta l’obbligo di partita IVA.