Bonus nido: cosa fare se l’INPS blocca o ritarda il pagamento
Guida completa per richiedere correttamente il contributo economico, evitare errori e risolvere disguidi o problemi di accredito.
C’è molta confusione sul bonus nido, il contributo fino a 3.600 euro l’anno per pagare l’asilo o l’assistenza domiciliare a bambini sotto i 3 anni. Molti lettori ci segnalano disguidi nell’erogazione o problemi di accredito. Per fare chiarezza sui meccanismi di funzionamento di questo aiuto economico, tanto prezioso per le famiglie con figli piccoli, ti spieghiamo cosa fare se l’INPS blocca o ritarda il pagamento richiesto dai genitori.
Indice
Bonus nido: cos’è e a chi è rivolto?
Partiamo dalle basi. Il
- asili nido pubblici e privati autorizzati: è questa la stragrande maggioranza dei casi;
- forme di supporto presso la propria abitazione: questo è un caso un po’ più specifico, dedicato ai bambini con meno di tre anni affetti da gravi patologie croniche, che non possono frequentare il nido e necessitano di assistenza domiciliare.
L’obiettivo è duplice: alleggerire il carico economico delle rette che, diciamocelo, pesano non poco sul bilancio familiare, e contemporaneamente favorire la conciliazione tra vita lavorativa e impegni familiari, permettendo così ai genitori di lavorare con più serenità e tranquillità economica.
Quali sono i requisiti per accedere al bonus nido?
Il bonus Nido è destinato ai genitori (o a chi esercita la responsabilità genitoriale) di minori fino a 36 mesi di età.
Per poter accedere a questo contributo, ci sono alcuni requisiti fondamentali da rispettare, sia per il genitore che per il bambino.
Il genitore che fa la domanda per il bonus nido deve avere:
- residenza in Italia: È il primo e più importante requisito;
- cittadinanza italiana o di uno Stato membro dell’Unione Europea. Se sei un cittadino extra-UE, ti servirà un permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, una carta di soggiorno per familiari di cittadini UE (se non hai la cittadinanza di uno Stato membro), una carta di soggiorno permanente per i familiari non aventi la cittadinanza di uno Stato membro, oppure lo status di protezione sussidiaria o di rifugiato;
- sostenere l’onere del pagamento: devi essere tu a pagare effettivamente le rette dell’asilo nido. Questo è cruciale, perché l’INPS erogherà il bonus a chi dimostra di aver effettivamente sostenuto la spesa.
Inoltre anche il bambino, o la bambina, deve avere un requisito di età: non deve aver compiuto i 36 mesi al 31 agosto dell’anno di riferimento. Ad esempio, per il Bonus Nido 2025, si farà riferimento ai nati entro agosto 2022 che ancora non abbiano compiuto 3 anni.
Questo bimbo, o bimba, deve essere iscritto a un asilo nido (pubblico o privato, purché autorizzato) e frequentarlo regolarmente.
Bonus nido: serve l’ISEE?
E l’ISEE? Serve per forza? Questa è una delle domande più comuni. L’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) non è un requisito obbligatorio per presentare la domanda di bonus nido, quindi puoi richiederlo anche senza dover presentare l’ISEE.
Tuttavia, l’ISEE è fondamentale per determinare l’importo del bonus che ti verrà erogato. Senza ISEE, riceverai l’importo minimo.
A quanto ammonta il bonus nido? (Importi e scaglioni ISEE)
L’importo del Bonus Nido non è fisso per tutti. Dipende, come anticipato, dal valore dell’ISEE minorenni (specifico per i nuclei familiari con figli minori). Ecco una tabella riassuntiva degli importi massimi erogabili per ciascun anno e figlio:
Come richiedere il bonus nido: la procedura passo passo
Ora che hai chiaro cosa serve, vediamo come fare domanda. Non è complicato, ma richiede attenzione!
Quando presentare la domanda: Di solito, ogni anno le domande per il bonus nido aprono in primavera (intorno a marzo/aprile) e restano aperte per diversi mesi. È sempre consigliabile presentare la domanda il prima possibile, non appena l’INPS pubblica la circolare annuale.
Dove presentare la domanda: Hai diverse opzioni:
- online sul sito INPS: è la modalità più comoda e veloce, se hai familiarità con i servizi digitali. Accedi all’area “Bonus asilo nido e forme di supporto presso la propria abitazione”. Ti servirà una delle seguenti credenziali:
- SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale)
- CIE (Carta d’Identità Elettronica)
- CNS (Carta Nazionale dei Servizi) .
- tramite Contact Center INPS: Puoi chiamare il numero verde INPS (803 164 da rete fissa, gratuito; 06 164 164 da rete mobile, a pagamento secondo il tuo piano tariffario) e farti assistere da un operatore.
- tramite Patronati: Se preferisci un aiuto professionale e gratuito, rivolgiti a un ente di Patronato. Loro gestiranno tutta la procedura per te.
Ecco la
- dati del richiedente e del minore: codici fiscali, dati anagrafici.
- informazioni sull’asilo nido: nome completo dell’asilo, codice fiscale dell’ente gestore.
- documentazione di iscrizione/pagamento:
- per i mesi già trascorsi: ricevute di pagamento (o fatture) delle rette già saldate. È fondamentale che siano chiare, leggibili e contengano i dati del bambino, del genitore pagante, dell’asilo e l’importo;
- per i mesi futuri: un documento che attesti l’avvenuta iscrizione o l’avvenuto pagamento della prima retta. Caricherai le ricevute mese per mese man mano che le pagherai.
- dichiarazione ISEE minorenni: se vuoi beneficiare dell’importo massimo, devi avere un ISEE valido e non scaduto (ha validità fino al 31 dicembre dell’anno in cui viene rilasciato).
- (solo per assistenza domiciliare): certificazione del pediatra che attesti l’impossibilità del bambino a frequentare l’asilo a causa di grave patologia cronica e documentazione che comprovi il tipo di supporto domiciliare.
Cosa fare in caso di ritardi nei pagamenti del bonus nido?
Ecco uno dei punti dolenti che mettono più in ansia i genitori. I ritardi nei pagamenti, purtroppo, possono capitare per vari motivi. Ma spesso si risolvono velocemente, controllando attentamente la situazione.
Il primo passo è: verificare lo stato della domanda! Accedi al sito INPS con le tue credenziali (SPID, CIE o CNS) e vai nella sezione “Bonus asilo nido e forme di supporto presso la propria abitazione”. Lì troverai lo stato della tua domanda, e potresti già trovare indicazioni utili o richieste di integrazioni. Puoi anche consultare il tuo “Fascicolo Previdenziale del Cittadino”.
Le cause più comuni di ritardo nei pagamenti del bonus nido da parte dell’INPS sono queste:
- documentazione incompleta o illeggibile: è la causa numero uno! Se non hai caricato tutte le ricevute dei mesi precedenti, o se quelle caricate non sono chiare, l’INPS blocca l’erogazione. Controlla che le ricevute siano scannerizzate bene, che mostrino tutti i dati necessari (il tuo nome come pagante, il nome del bambino, l’importo, il mese di riferimento e i dati dell’asilo);
- verifiche INPS in corso: a volte, l’INPS effettua controlli a campione o richiede verifiche incrociate. Questo può rallentare l’iter, prima che la pratica si sblocchi;
- problemi tecnici o amministrativi: il sistema informatico dell’INPS può avere rallentamenti, specialmente nei periodi di picco delle domande;
- IBAN non intestato al richiedente: se per qualsiasi ragione emerge la mancata corrispondenza tra il nominativo del genitore richiedente e l’intestatario dell’IBAN (identificativo del conto corrente) sul quale è stato chiesto l’accredito;
- ISEE scaduto o non aggiornato: se hai un ISEE scaduto o non hai caricato quello più recente (se ti è stato richiesto, o se serve per la fascia di importo maggiore), il bonus può bloccarsi o essere erogato con l’importo minimo.
Ora ti esponiamo le
- controlla i messaggi INPS: nella tua area personale INPS, verifica se ci sono comunicazioni o richieste di integrazione da parte dell’Istituto, e riscontrale prontamente;
- carica tutte le ricevute: assicurati di aver caricato le ricevute di pagamento per ogni mese per cui richiedi il bonus. L’INPS paga solo i mesi per cui hai fornito prova del pagamento;
- chiama il Contact Center INPS: se non trovi risposte online, telefona al numero verde (803 164 da rete fissa, 06 164 164 da mobile). Tieni a portata di mano il protocollo della tua domanda per trovare subito la pratica;
- rivolgiti a un Patronato: se la situazione è complessa o non riesci a risolverla da solo, un Patronato può accedere ai tuoi dati, capire la problematica e interfacciarsi direttamente con l’INPS per tuo conto;
- presenta un sollecito: in casi di ritardi prolungati e ingiustificati, puoi presentare un sollecito tramite un Patronato o, se preferisci, direttamente online tramite l’INPS.
Sospensione o revoca del bonus nido: i motivi e come agire
Ancora più preoccupante dei ritardi è la sospensione o la revoca del bonus. Vediamo perché succede e come puoi reagire.
Le principali cause di sospensione o di revoca del bonus nido sono:
- la mancanza prolungata di documentazione: se non carichi le ricevute di pagamento per diversi mesi consecutivi, l’INPS può sospendere l’erogazione in attesa che tu integri le informazioni necessarie;
- la perdita dei requisiti:
- il bambino compie 36 mesi di età (quindi da quel momento i genitori non hanno più diritto al suo bonus nido);
- il genitore non sostiene più l’onere delle rette (ad esempio, cambia chi paga: un suocero, un altro familiare, un istituto di assistenza, ecc.);
- il bambino, per vari motivi, non frequenta più l’asilo nido;
- ISEE non più valido: se l’INPS ti aveva erogato il massimo dell’importo basandosi sul tuo ISEE e questo scade senza che tu ne presenti uno nuovo, l’INPS può bloccare l’erogazione o ridurla all’importo minimo;
- le dichiarazioni non veritiere: se l’INPS rileva incongruenze o dichiarazioni mendaci (ad esempio sulla composizione del nucleo familiare, sulla effettiva frequentazione dell’asilo, o nei dati inseriti nella DSU, la dichiarazione sostitutiva unica che è la base per il calcolo dell’ISEE), può revocare il bonus e, nei casi più gravi, chiedere la restituzione delle somme già erogate.
Ecco
- non farti prendere dal panico: l’INPS ti invierà una comunicazione ufficiale (tramite PEC, raccomandata cartacea o messaggio nella tua area MyINPS) che spiega il motivo della sospensione o revoca;
- leggi attentamente la motivazione del provvedimento: è il passo più importante. Solo così capirai qual è il problema e come risolverlo;
- integra la documentazione richiesta: se la sospensione è dovuta a documentazione mancante, provvedi subito a caricarla sulla piattaforma INPS entro i termini indicati;
- contatta l’INPS o un Patronato: se la motivazione non ti è chiara o se hai bisogno di assistenza per capire come agire, rivolgiti immediatamente al Contact Center INPS o a un Patronato. Loro possono accedere al tuo fascicolo e darti indicazioni precise.
- presenta un ricorso amministrativo: Se ritieni che la decisione dell’INPS sia errata (es. hai fornito tutta la documentazione ma il bonus è stato sospeso per un errore), puoi presentare un ricorso amministrativo. Hai 90 giorni dalla data di ricezione della comunicazione di sospensione/revoca per farlo. Anche in questo caso, il supporto di un Patronato è quasi indispensabile. Se il ricorso amministrativo non va a buon fine, puoi ancora presentare un ricorso giurisdizionale, con l’assistenza di un avvocato.
Domande Frequenti (FAQ)
Ecco le risposte alcune delle domande che ci vengono poste più spesso sul bonus nido:
Posso chiedere il bonus nido se il bambino è iscritto ma non frequenta? No, in linea di massima il bonus è legato alla frequenza effettiva. L’unica eccezione è per i bambini con gravi patologie croniche che necessitano di assistenza domiciliare, per i quali è prevista la specifica forma di “supporto presso la propria abitazione”, previa certificazione medica.
Cosa succede se il bambino cambia asilo a metà anno? È importante aggiornare subito i dati della domanda sul portale INPS, indicando il nuovo asilo e caricando la documentazione relativa alla nuova iscrizione. Continuerai poi a caricare le ricevute del nuovo nido.
Il bonus nido è compatibile con altri aiuti? Generalmente sì. In particolare, può essere cumulato con l’Assegno Unico Universale, ma non con altri contributi per la stessa spesa (es. voucher comunali o regionali per il nido).
Qual è il trattamento fiscale del bonus nido? Il bonus nido è esentasse. Non è imponibile IRPEF e non va indicato nella dichiarazione dei redditi. Ma neanche le spese coperte dal bonus nido possono essere portate in detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi. In pratica, se hai pagato una retta di 300 euro e hai ricevuto 200 euro di bonus per quella mensilità, potrai detrarre solo i restanti 100 euro che hai effettivamente pagato di tasca tua.
Posso chiedere il bonus anche se mio figlio inizia il nido a settembre? Sì, ma puoi ricevere il rimborso solo per i mesi effettivamente frequentati a partire dalla presentazione della domanda.
Se cambio asilo durante l’anno, perdo il bonus? No, ma devi allegare le nuove ricevute relative al secondo asilo.
Posso chiedere il bonus per due figli? Sì, per ciascun figlio va fatta una domanda separata e il contributo raddoppia se spettante.
Se mio figlio si ammala per mesi e non frequenta, il bonus si perde? In caso di assenza non giustificata, i mesi non sono rimborsabili. In caso di gravi patologie, si può richiedere l’assistenza domiciliare.
Devo presentare una nuova domanda ogni anno? Sì, il bonus nido va richiesto annualmente. Ogni anno l’INPS apre una nuova finestra per le domande, solitamente in primavera. Ricorda di fare l’ISEE minorenni aggiornato ogni anno se vuoi continuare a beneficiare dell’importo massimo!