IMU e canone concordato: come funziona la riduzione al 75%?

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Affitti a canone concordato? Puoi pagare l’IMU ridotta del 25%. Scopri i requisiti necessari, l’importanza dell’attestazione di conformità e perché non devi più presentare la dichiarazione IMU.

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Affittare un immobile comporta una serie di oneri fiscali, tra cui l’IMU rappresenta una delle voci di spesa più significative per i proprietari. Per incentivare un mercato degli affitti più equo e accessibile, la legge italiana offre un’importante agevolazione a chi sceglie di stipulare un contratto di locazione a “canone concordato”. Questo strumento permette un notevole risparmio, ma per poterne usufruire è necessario rispettare regole precise. Per chi sceglie questa strada, è di fondamentale importanza capire nel dettaglio la principale agevolazione fiscale disponibile. In tema di

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IMU e canone concordato, come funziona la riduzione al 75%?

Analizziamo i requisiti, gli adempimenti e le novità normative che hanno semplificato la vita ai proprietari e gli offrono una considerevole possibilità di risparmio d’imposta.

Quali sono i requisiti per avere diritto all’IMU ridotta?

Per poter beneficiare della riduzione dell’IMU, che consente di pagare solo il 75% dell’imposta dovuta, un proprietario deve assicurarsi di rispettare tre requisiti sostanziali. La mancanza anche di uno solo di essi può portare il Comune a negare l’agevolazione.

Il presupposto è la stipula di un contratto di locazione a canone concordato, secondo quanto previsto dalla Legge n. 431/1998.

Il contratto deve essere redatto utilizzando gli appositi modelli definiti dagli accordi territoriali e deve essere

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regolarmente registrato presso l’Agenzia delle Entrate.

Il canone di affitto non può essere deciso liberamente, ma deve rientrare nelle fasce di oscillazione (tra un valore minimo e uno massimo) stabilite dagli accordi territoriali, firmati a livello locale dalle principali organizzazioni di categoria di proprietari e inquilini (Corte di Giustizia Tributaria di 1° grado di Palermo, sentenza n. 2706/2024).

Per tutti i contratti stipulati dopo il 30 marzo 2017 senza l’assistenza diretta delle associazioni di categoria, è diventato obbligatorio allegare al contratto un’“attestazione di conformità”.

Cos’è e a cosa serve l’attestazione di conformità?

L’attestazione di conformità è di essenziale importanza. È un certificato, una sorta di “bollino di qualità”, rilasciato da almeno una delle organizzazioni sindacali firmatarie dell’accordo territoriale (es. Sunia, Sicet, Uniat per gli inquilini; Confedilizia, Uppi, Appc per i proprietari).

L’attestazione certifica che il contenuto del contratto, sia per la parte economica (il canone) sia per quella normativa (le clausole), è pienamente

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conforme a quanto previsto dall’accordo locale.

Senza questa attestazione, per i contratti che la richiedono, il Comune può legittimamente disconoscere il diritto alla riduzione dell’IMU (Corte di Giustizia Tributaria di 1° grado di Cosenza, sentenza n. 5013/2024).

Devo presentare la dichiarazione IMU per avere lo sconto?

Prima del 2019, la legge non era chiara e molti Comuni, nei loro regolamenti, imponevano l’obbligo di presentare la dichiarazione IMU per comunicare il possesso dei requisiti, pena la decadenza dal beneficio. Questa situazione creava molta incertezza.

La svolta è arrivata con il cosiddetto “Decreto Crescita” (D.L. n. 34/2019), che ha stabilito in modo inequivocabile che il proprietario è esonerato dall’obbligo di presentare la dichiarazione IMU e da qualsiasi altro onere di comunicazione per poter usufruire di questa specifica agevolazione.

Essendo una norma di legge nazionale, prevale su qualsiasi regolamento comunale contrario. Pertanto, per le annualità dal 2020 in poi (e retroattivamente per quelle non ancora definite), nessun Comune può negare la riduzione IMU a causa della mancata presentazione della dichiarazione (Corte di Giustizia Tributaria di 1° grado di Roma, sentenza n. 1809/2023).

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Come si calcola l’IMU con la riduzione?

Vediamo ora come stabilire l’ammontare dell’IMU applicando l’agevolazione in commento. La procedura si articola in tre passaggi:

  1. si calcola l’IMU lorda: si prende la base imponibile dell’immobile (rendita catastale rivalutata del 5% e moltiplicata per il coefficiente di 160) e si applica l’aliquota deliberata dal Comune per i contratti a canone concordato;
  2. si ottiene l’imposta annua;
  3. a questo importo si applica la riduzione del 25%. In pratica, si calcola il 75% dell’imposta lorda, e quello è l’importo da versare.

Lo sconto IMU vale anche per il garage o la cantina?

Il beneficio fiscale si estende anche alle pertinenze dell’abitazione (classificate nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7), a una condizione di fondamentale importanza: che la pertinenza sia locata congiuntamente all’abitazione e che ciò risulti espressamente dal contratto di locazione registrato (Corte di Giustizia Tributaria di 1° grado di Cosenza, sentenza n. 684/2024).

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