Contratto scuola, l'elemosina di Valditara: 145 euro una tantum ai prof

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Arriva una tantum da 145 euro lordi per il personale scolastico. Una mossa per sbloccare il rinnovo del contratto scaduto da quasi due anni.

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Il rinnovo del contratto scuola si gioca su una manciata di euro. Mentre si attende la ripresa delle trattative per un accordo scaduto da quasi due anni, il Ministero dell’Istruzione e del Merito cala sul tavolo un’una tantum da 145 euro lordi. Una cifra che sa di contentino, destinata a 1,2 milioni di lavoratori, tra docenti e personale ATA, e che si affianca ai già previsti aumenti mensili, nel tentativo di sbloccare uno stallo negoziale che dura ormai da troppi mesi.

Di quali cifre si sta parlando?

Con il rinnovo del

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contratto scuola bloccato da quasi sei mesi e scaduto da due anni, il Ministro Valditara tenta di rompere l’impasse calando sul tavolo dei sindacati una nuova carta: un bonus una tantum dal sapore di contentino. La mossa, che precede l’incontro fissato per il 24 settembre, mira a dare una spinta a una trattativa che si preannuncia ancora lunga e complessa, con cifre che, al netto delle tasse, rischiano di incidere ben poco sullo stipendio reale del personale.

Sul tavolo della trattativa, il Ministro Giuseppe Valditara ha messo 240 milioni di euro, scovati tra le pieghe del bilancio ministeriale e stanziati con l’ultimo Decreto Scuola. Queste risorse si tradurranno in un pagamento una tantum di circa 145 euro lordi, destinato a una platea di 1,2 milioni di lavoratori del comparto, di cui 850mila sono docenti. Questa somma si aggiunge ai 3 miliardi già stanziati con le precedenti leggi di bilancio. Fondi che, nelle intenzioni, dovrebbero garantire aumenti medi mensili di 150 euro lordi, una cifra ben diversa rispetto al pagamento una tantum appena annunciato.

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Quali sono gli aumenti previsti per le diverse categorie?

I calcoli erano già stati fatti dall’Aran, l’agenzia che rappresenta il governo nelle trattative, lo scorso marzo, all’avvio del confronto con i sindacati. Esistono differenze significative tra le varie figure professionali del comparto. Per il personale ATA e per il personale delle università (esclusi i professori) era stato calcolato un aumento di 142 euro lordi al mese. Per gli insegnanti l’incremento si attesterebbe sui 150 euro, mentre per il settore dell’alta formazione artistica e musicale (Afam) salirebbe a 174 euro. I più favoriti risulterebbero i lavoratori degli enti di ricerca, con un aumento stimato di 211 euro mensili.

Quali sono i tempi della trattativa?

Il prossimo incontro tra le parti è fissato per mercoledì 24 settembre, una data che si spera possa segnare una svolta in una trattativa ferma da quasi sei mesi per un contratto scaduto da quasi due anni. Il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, ha evidenziato l’urgenza di chiudere la partita, sottolineando la complessità di un comparto che include scuola, Afam, università ed enti di ricerca. Naddeo confida in un’accelerazione, anche in vista dell’imminente apertura delle nuove tornate contrattuali 2025-2027 per gli altri settori del pubblico impiego, una scadenza che mette ulteriore pressione per non lasciare indietro il mondo dell’istruzione.

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Cosa prevede il contratto sulla formazione dei docenti?

Un capitolo fondamentale del contratto nazionale 2022/24 riguarda la formazione, soprattutto per i docenti. L’atto di indirizzo originale prevede risorse importanti: 43,86 milioni di euro strutturali all’anno a partire dal 2024, oltre a un fondo in continua crescita che passerà dai 40 milioni del 2026 ai 312 milioni a regime dal 2031, destinato a retribuire gli insegnanti inseriti nel nuovo sistema di incentivazione. I docenti che decideranno, su base volontaria, di partecipare a percorsi di formazione triennali, in caso di valutazione positiva, otterranno un elemento retributivo una tantum di carattere accessorio. Questo bonus avrà un valore compreso tra il 10% e il 20% dello stipendio in godimento. Sarà la contrattazione a definire le ore aggiuntive e i criteri di questo sistema. Il percorso non si ferma qui: dopo il primo triennio, il docente potrà accedere ad altri due cicli formativi, ottenendo un’ulteriore una tantum dopo il secondo e, infine, un

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incremento stabile del trattamento economico dopo il terzo triennio, a certificazione delle nuove competenze acquisite.

Ci sono altre novità in arrivo?

Il Decreto Scuola non si occupa solo degli stipendi. Vengono stanziate risorse specifiche per la formazionedei commissari che gestiranno la nuova maturità, il cui debutto è previsto per giugno 2026. Altri 15 milioni di euro andranno a potenziare l’assicurazione sanitaria integrativa, che diventerà operativa da gennaio. Grazie a questi fondi, la copertura sarà estesa anche ai lavoratori precari con contratto al 30 giugno, una platea stimata in circa 235mila unità, tra cui 195mila docenti e 40mila membri del personale ATA. L’assicurazione sanitaria è già finanziata con 65 milioni di euro; secondo la relazione tecnica del decreto, considerando gli oltre un milione di beneficiari, il valore unitario della polizza è quantificabile in appena 64 euro pro-capite.

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