WhatsApp: la Cassazione blocca gli screenshot della polizia

Aggiungi un commento
Annuncio pubblicitario

La Cassazione stabilisce un principio fondamentale: i messaggi di WhatsApp, come le email, sono “corrispondenza”, non “documenti”. Serve un decreto del pm per acquisirli, altrimenti le prove sono inutilizzabili.

Annuncio pubblicitario

Una sentenza della Corte di Cassazione, pubblicata il 24 settembre 2025, riscrive le regole sulla privacy digitale e sull’acquisizione delle prove in un processo penale. Con una decisione che fa già discutere, la quarta sezione penale della Suprema Corte, con la sentenza 31878, ha stabilito un principio di fondamentale importanza: i messaggi di posta elettronica, gli SMS e, soprattutto, le chat di WhatsApp non possono essere acquisiti dalla polizia giudiziaria tramite semplici

Annuncio pubblicitario
screenshot. Per farlo, serve un provvedimento di sequestro del pubblico ministero. Senza l’autorizzazione di un magistrato, le prove così ottenute sono considerate “patologicamente inutilizzabili” e non possono essere ammesse in un processo.

La svolta dopo la sentenza della Consulta

Questa decisione si allinea a quanto già indicato dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 170 del 27 luglio 2023. Al centro del dibattito c’è la natura stessa dei messaggi digitali: sono semplici documenti, come una fotografia o un file, o mantengono il loro carattere di corrispondenza? La Cassazione non ha dubbi: finché conservano un carattere di attualità, i messaggi digitali sono a tutti gli effetti corrispondenza, tutelata dall’articolo 15 della Costituzione, che garantisce la libertà e la segretezza delle comunicazioni. Questo significa che la loro acquisizione deve avvenire secondo le rigide procedure previste dall’articolo 254 del Codice di Procedura Penale, che regola il sequestro della corrispondenza con l’intervento dell’autorità giudiziaria.

Annuncio pubblicitario

Fino a oggi, la giurisprudenza era divisa. In molti casi, la polizia aveva agito in autonomia, ritenendo gli screenshot un metodo lecito per acquisire agli atti di un procedimento penale le chat di WhatsApp come “documenti”. Questa nuova sentenza, tuttavia, chiude definitivamente la questione, sottolineando che un’acquisizione senza il decreto di sequestro del pm rende la prova completamente priva di valore legale.

Perché gli screenshot non bastano

Il ragionamento della Corte si basa su una distinzione chiave: la corrispondenza è un flusso di comunicazione in tempo reale, mentre un documento è un oggetto statico. La polizia può acquisire documenti come prove (articolo 234 Cpp), ma per la corrispondenza è richiesto un livello di tutela superiore, che prevede il coinvolgimento del magistrato.

Gli screenshot non sono un mezzo di acquisizione adeguato perché non garantiscono la provenienza, l’integrità e l’autenticità dei dati. Si tratta di una copia “fatta in casa”, per così dire, che non offre le stesse garanzie di una

Annuncio pubblicitario
copia forense autorizzata da un decreto di sequestro.

Dunque, per acquisire in modo legale i messaggi conservati nella memoria di un dispositivo elettronico, è necessario il sequestro da parte del pubblico ministero.

La difesa di un presunto spacciatore maghrebino ha sollevato la questione in un caso che ha portato a questa sentenza. La polizia aveva usato degli screenshot delle sue chat intercorse con i suoi clienti per costruire l’accusa. Sebbene nel caso specifico l’incidenza degli elementi contestati non sia stata sufficientemente argomentata, il principio generale rimane valido: la polizia giudiziaria non può agire di sua iniziativa e senza le dovute garanzie.

L’importanza della riservatezza e l’attualità dei messaggi

La Corte ha anche chiarito un altro aspetto fondamentale: un messaggio non perde la sua natura di corrispondenza semplicemente perché è stato ricevuto e letto dal destinatario. Le chat e le email rimangono protette dall’articolo 15 della Costituzione, a meno che non perdano ogni carattere di “attualità” e diventino un mero “documento storico”. Ciò implica che un messaggio, anche se archiviato, mantiene ancora il suo interesse per la riservatezza, a meno che non sia passato un tempo tale da renderlo del tutto obsoleto.

Annuncio pubblicitario

Questa tutela si contrappone alle intercettazioni, che invece sono la captazione di una comunicazione in tempo reale e avvengono di nascosto. I messaggi conservati nella memoria del cellulare non rientrano in questa categoria, ma non possono nemmeno essere considerati semplici documenti. Questa è la ragione per cui la loro acquisizione, sebbene non richieda le stesse garanzie delle intercettazioni, necessita comunque del controllo di un magistrato attraverso un sequestro.

Le conseguenze per le indagini e la tutela del cittadino

L’impatto di questa sentenza sulle future indagini è notevole. Le forze dell’ordine dovranno adeguare le proprie procedure, richiedendo sempre l’autorizzazione del pubblico ministero prima di procedere con l’acquisizione di messaggi digitali. Questo non significa un’impunità per i presunti pusher o per chi usa le chat per attività illecite, ma assicura che il processo di raccolta delle prove rispetti i diritti fondamentali dei cittadini.

In caso contrario, se la polizia procede con un semplice screenshot dalla memoria di un cellulare, la prova così ottenuta sarà inutilizzabile in tribunale, portando a quella che i giuristi definiscono “inutilizzabilità patologica”. Questo vizio è così grave che può essere rilevato anche nel giudizio abbreviato, rendendo vani gli sforzi investigativi e garantendo un alto livello di tutela per il cittadino.

Sostieni laleggepertutti.it

Non dare per scontata la nostra esistenza. Se puoi accedere gratuitamente a queste informazioni è perché ci sono uomini, non macchine, che lavorano per te ogni giorno. Le recenti crisi hanno tuttavia affossato l’editoria online. Anche noi, con grossi sacrifici, portiamo avanti questo progetto per garantire a tutti un’informazione giuridica indipendente e trasparente. Ti chiediamo un sostegno, una piccola donazione che ci consenta di andare avanti e non chiudere come stanno facendo già numerosi siti. Se ci troverai domani online sarà anche merito tuo. Diventa sostenitore clicca qui