Orlo della guerra: l'Europa sotto attacco, l'ombra di Mosca spinge al baratro?

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L’allarme del commissario Ue: “Siamo già in guerra ibrida”. Sciami di droni, sabotaggi e cyberattacchi: l’escalation che prepara il conflitto totale.

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È un risveglio brutale, quasi mortale, quello dell’Europa in questo settembre del 2025. Una cortina di ferro invisibile, fatta di minacce silenziose e attacchi non rivendicati, è calata sul continente, trascinandolo sull’orlo di un abisso che ha il nome terrificante di terza guerra mondiale. Non è più fantapolitica, ma la cronaca agghiacciante di un’escalation che avanza giorno dopo giorno. La dichiarazione del commissario europeo per l’Economia, Valdis Dombrovskis, risuona come una campana a morto per la pace: «Siamo già in una guerra ibrida con la Russia»

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. Un conflitto subdolo, giocato non con eserciti in campo aperto, ma con droniche paralizzano i nostri cieli, cyberattacchi che colpiscono le infrastrutture, sabotaggi mirati e una marea di disinformazione che avvelena le nostre società dall’interno.

Cieli violati: l’offensiva dei droni dal Baltico alla Germania

La linea del fronte di questa guerra non dichiarata si è spostata drammaticamente a ovest. Se fino a poco tempo fa gli allarmi dei Paesi Baltici, della Polonia (che il 9 settembre ha dovuto abbattere una ventina di droni che avevano violato il suo spazio aereo) e della Romania venivano liquidati da alcuni come eccessivo allarmismo, oggi nessuno può più nascondere la testa sotto la sabbia. La Danimarca, nazione un tempo considerata al riparo, è diventata l’epicentro di un’offensiva sistematica. In una sola settimana, il paese è precipitato nel caos: il 22 settembre uno sciame di droni non identificati ha bloccato l’aeroporto di Copenaghen; il 24 la scena si è ripetuta su ben quattro scali, inclusa la base aerea strategica di Skrydstrup; il 25 è toccato ad Aalborg. Il culmine, terrificante, è arrivato nella notte tra venerdì e sabato: droni hanno sorvolato la base aerea di

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Karup, la più importante del Paese, per poi colpire di nuovo Skrydstrup e persino il Reggimento dei Dragoni dello Jutland, l’unico battaglione corazzato danese. L’attacco si sta espandendo come un contagio: avvistamenti sono stati confermati su una base militare in Svezia, a Oslo in Norvegia e fino in Germania.

La strategia del caos: agenti “sacrificabili” e attacchi al GPS

Dietro questa offensiva si staglia l’ombra del GRU, il servizio segreto militare russo, e della sua famigerata Unità SSSD, diretta dal generale Andrei Averianov, specializzata in “operazioni speciali” all’estero. Il modus operandi è diabolico e a basso costo: secondo le intelligence scandinave e britanniche, Mosca recluta “agenti dilettanti” attraverso canali Telegram, pagandoli in criptovalute per far volare i droni e seminare il panico. Sono individui perfettamente sacrificabili, come denunciato già il 18 settembre dal capo di Scotland Yard, Dominic Murphy, figure utilizzate per compiere una catena di incendi e sabotaggi dalla Lituania al Regno Unito. Ma la guerra ibrida non si ferma ai droni. Si intensificano i disturbi ai

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sistemi GPS degli aerei civili, un attacco insidioso che ha coinvolto persino il velivolo della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Nel Mar Baltico, la nave spia russa Yantar continua a minacciare i cavi sottomarini di comunicazione, arterie vitali per l’economia e la sicurezza dell’Occidente.

Dalle bombe psicologiche al conflitto aperto: un passo breve

L’obiettivo di Mosca appare ormai chiaro: non solo testare le difese della NATO, ma aprire profonde spaccature nelle società europee, erodere la fiducia nelle istituzioni e preparare il terreno per un conflitto su più larga scala. Le operazioni psicologiche sono già in atto e puntano a infiammare le tensioni sociali. Secondo fonti investigative citate da Le Monde, la stessa Unità SSSD del GRU sarebbe dietro alle Stelle di Davidapparse a maggio sul memoriale della Shoah di Parigi e alle nove teste di maiale rinvenute a inizio settembre all’esterno di alcune moschee nella regione parigina. Atti vili, progettati per scatenare odio e divisione.

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L’ora della verità: l’Europa è pronta a difendersi?

Le parole di Dombrovskis sono un appello disperato: «È estremamente importante aumentare le capacità e la spesa per la difesa». Mentre alcuni nelle cancellerie europee tentano ancora di minimizzare, derubricando le azioni russe a semplici “schermaglie”, la realtà è che il confine tra guerra ibrida e guerra totale si sta assottigliando in modo spaventoso. Ogni drone che viola i nostri cieli, ogni segnale GPS disturbato, ogni atto di sabotaggio è un rintocco che ci avvicina all’ora zero. La partita a scacchi con Mosca è entrata nella sua fase più critica e l’Europa, colta di sorpresa e divisa, deve decidere se continuare a subire o reagire prima che sia troppo tardi. Prima che lo scacco matto diventi inevitabile.

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