Cancellazione link da Google
Diritto all’oblio: ecco il link per presentare la domanda a Google e le procedure da intraprendere per cancellare il proprio nome da internet.
Si chiama «diritto all’oblio»: è il diritto che spetta a qualsiasi persona, coinvolta in fatti di cronaca, di non veder più pubblicato il proprio nome, la foto e la vicenda personale quando il fatto abbia cessato di essere attuale e di pubblico interesse. Il che significa che, dopo qualche anno, la notizia diventa vecchia e non può più essere riproposta dai giornalisti ai lettori. Se però sulla carta stampata il diritto all’oblio è facilmente rispettabile (basta non scrivere più sullo specifico argomento), su internet – dove le notizie restano sempre online – il diritto all’oblio si sostanzia nell’obbligo di cancellazione delle pagine che contengono il nome dell’interessato; in alternativa si può procedere alla loro
Indice
Quando spetta il diritto all’oblio
Come dicevamo, il punto critico del diritto all’oblio è che esso è solo un’elaborazione della giurisprudenza: non ci sono leggi che lo regolino, ma solo sentenze che, avendo deciso casi concreti, dettano regole solo in modo casistico e non unitario. Dopo quanti anni una notizia non è più attuale? Quali notizie, per la loro rilevanza storica, hanno diritto a rimanere sempre online anche quando il fatto non è più attuale (ad esempio i nomi degli autori di una strage passata alla storia)? Possiamo sicuramente dire che, per poter esercitare il diritto all’oblio:
- il fatto non deve essere più attuale. Nella prassi è stato ritenuta non più attuale una notizia apparsa su internet e lì rimasta per più di due anni dalla vicenda. Secondo il Garante della Privacy, il fatto può tornare ad essere attuale quando il soggetto coinvolto ritorni “alla ribalda”: si pensi a un candidato politico la cui storia venga riproposta da un giornale che, così facendo, ripesca anche la notizia di una vecchia condanna;
- il fatto non deve essere più di pubblico interesse. Su questo concetto però si registra un’interpretazione ampia: è ad esempio di pubblico interesse anche un fatto di gossip.
Ovviamente, su tutto, il fatto pubblicato deve essere anche vero. Se il fatto è falso, l’interessato può non limitarsi a chiedere la de-indicizzazione, ma può anche pretendere la totale cancellazione della pagina e il risarcimento del danno.
Se il fatto, pur essendo vero all’origine, non è aggiornato, l’interessato può chiedere la rettifica della notizia: si pensi al caso di una persona indagata per un reato la cui notizia viene riportata da tutti i giornali, che però omettono di aggiornarla con la successiva dichiarazione di innocenza o con la sentenza di assoluzione in grado di appello.
La cancellazione dei link da Google spetta anche a chi è stato condannato penalmente; la pena cancella infatti ogni sanzione e non c’è possibilità di tenere alla pubblica gogna chi ha già pagato il prezzo del reato.
Come cancellare i propri dati da Google
Abbiamo dedicato diverse guide a come cancellare il proprio nome da Google, un problema che oggi investe sempre più gente, un po’ perché coinvolta in fatti di cronaca giudiziaria (si pensi a una persona indagata e condannata per un reato, che non voglia far conoscere il proprio trascorso), un po’ per l’esigenza di rinnovare la propria immagine ed epurarla da un passato più frivolo (si pensi a una spogliarellista che voglia intraprendere la carriera di parlamentare). In tutti questi casi è possibile presentare gratuitamente una domanda a Google, tramite un link messo a disposizione dallo stesso motore di ricerca e, in caso di esito negativo, rivolgersi al Garante della Privacy o al tribunale. Di tanto abbiamo spiegato le modalità in:
Ripercorriamo gli elementi più essenziali di tali guide.
Cosa significa cancellare i dati da Google
La prima cosa da sapere è che, quando si agisce per chiedere la «de-indicizzazione» di una pagina dal motore di ricerca non si ottiene la cancellazione della suddetta pagina, ma si fa in modo che questa non venga più presentata da Google tra i risultati in caso di ricerche fatta dagli utenti. Ad esempio, se un sito riporta la notizia della condanna del sig. Mario Rossi, nel momento in cui il nome e cognome di quest’ultimo viene digitato su Google, tra i risultati non apparirà più l’url (ossia l’indirizzo) del predetto sito. La pagina, però, pur non essendo più raggiungibile da un motore di ricerca, continua ad esistere.
Solo la materiale cancellazione della pagina da parte del titolare del sito garantisce l’eliminazione completa della notizia dal web. L’utente può sempre presentare la richiesta di rimozione dell’intera notizia al responsabile del dominio (ad esempio, il direttore di un giornale), ma non ha però un diritto vero e proprio. Il diritto all’oblio gli consente di pretendere solo la deindicizzare del contenuto.
La pagina di Google per rimuovere i link
La prima cosa da fare è collegarsi con questa pagina e presentare una domanda di cancellazione a Google.
Si può delegare all’invio della domanda anche una terza persona, come un avvocato, al quale però dovrà essere fornito mandato scritto.
Oltre a indicare il link specifico della pagina di cui si chiede la cancellazione bisogna anche fornire le motivazioni.
Google ha fatto sapere di non accogliere la richiesta di deindicizzazione di fatti relativi a gravi responsabilità penali o professionali, sebbene questo non sia in linea con l’orientamento della giurisprudenza.
Quali link rimuovere
Abbiamo detto che il primo importate chiarimento fornito dal Garante della Privacy è che la notizia “vecchia” può tornare a galla se il soggetto interessato ritorna ad essere di pubblico interesse (il candidato alle elezioni di cui si conosce il trascorso penale). È legittima quindi la pagina web che, pur richiamando una antica vicenda giudiziaria, inserisce la notizia in un contesto informativo più ampio, all’interno del quale sono fornite anche ulteriori informazioni legate al ruolo attualmente ricoperto dall’interessato.
Altro importante chiarimento fornito dal Garante è il seguente: vanno cancellati non solo i link consegnati da Google quando la ricerca eseguita si limita a riportare il nome e cognome dell’interessato, ma anche quando la composizione delle parole è più complessa. Ad esempio, se digitando “Mario Rossi” su Google non appare alcun risultato che ripropone la sua vicenda giudiziaria, potrebbe invece comparire nel momento in cui si scrive “Mario Rossi condannato”. Anche i risultati così ottenuti vanno cancellati.
La richiesta al titolare del sito
In alternativa o congiuntamente alla richiesta di cancellazione a Google si può inoltrare la domanda anche al titolare del sito. Come abbiamo detto quest’ultimo è tenuto solo alla de-indicizzazione della pagina (con cancellazione dei relativi “tag”), ma nulla toglie che, su richiesta dell’interessato, possa definitivamente cancellare l’articolo: in tal caso l’url non sarà più raggiungibile neanche dall’archivio interno del giornale.
Il ricorso al Garante o al giudice
Se la richiesta a Google o al titolare del sito non dovesse sortire effetti si può alternativamente presentare un ricorso (anche online) al Garante della Privacy oppure ricorrere al giudice. L’azione giudiziaria può essere esercitata anche con il ricorso in via d’urgenza che garantisce una soluzione in pochi mesi ma non consente di ottenere il risarcimento del danno.