Come distinguere un erede da un legatario?

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Come interpretare la volontà del testatore e riconoscere le due diverse qualifiche.

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Tuo padre e morto. Nel testamento ha lasciato a te l’appartamento in città e a tua sorella la casa delle vacanze. Inoltre ha attribuito a te un orologio di valore, a tua sorella i gioielli e l’argenteria e a un suo vecchio amico un’auto d’epoca. La badante che lo assisteva negli ultimi anni non è stata dimenticata, e ha ricevuto una cospicua somma di denaro. Tu non contesti questa divisione dei beni, ma hai dei dubbi sulle qualifiche da riconoscere ai soggetti coinvolti. Come distinguere un erede da un legatario?

La questione ha una notevole importanza pratica, specialmente se il defunto ha lasciato debiti da pagare o se esiste una polizza assicurativa sulla vita che indica come beneficiari gli eredi. Molto spesso il testamento non aiuta a dirimere i dubbi, perché il defunto ha scritto genericamente «lascio…» determinati beni, senza specificare a quale titolo. In queste situazioni chi è morto giace ma chi è vivo non si dà pace, specialmente se viene aggredito dai creditori e dal Fisco – che puntano sugli eredi e non sui legatari – o se ci sono questioni da risolvere per entrare in possesso dei beni e per ripartirli.

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Tipi di successione ereditaria

Innanzitutto bisogna premettere che la successione ereditaria è di due tipi:

Inoltre, a tutela della famiglia, la libertà del testatore di disporre di tutti i suoi beni è limitata dalle norme sulla successione legittima, che riservano una parte del patrimonio ai parenti stretti (il coniuge, i figli, i genitori, e, in loro mancanza, i familiari meno prossimi, fino al sesto grado di parentela). La

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successione testamentaria consente di disporre dei beni per il tempo in cui il testatore avrà cessato di vivere, ma ciò deve avvenire senza intaccare le quote di legittima. In questo ambito, il testatore può disporre dei suoi beni, dopo che avrà cessato di vivere, in modo universale, istituendo eredi, e con disposizioni a titolo particolare in favore di determinati soggetti, chiamati legatari.

Eredi e legatari: differenze

L’art. 588 del Codice civile detta le regole fondamentali per distinguere un erede da un legatario. È intitolato: «Disposizioni a titolo universale e a titolo particolare», secondo la distinzione che ti abbiamo fornito nel paragrafo precedente. La norma dispone che le disposizioni contenute in un testamento, «qualunque sia l’espressione o la denominazione usata dal testatore» sono:

Questa distinzione potrebbe sembrare troppo formale e poco utile, e allora il legislatore precisa che: «l’indicazione di beni determinati o di un complesso di beni non esclude che la disposizione sia a titolo universale, quando risulta che il testatore ha inteso assegnare quei beni come

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quota del patrimonio»: in tal caso i beneficiari di tali attribuzioni sono qualificati come eredi, e non legatari.

Ecco dunque in cosa consiste la differenza tra eredi e legatari: l’erede succede al defunto nell’intero suo patrimonio, se è l’unico erede, o in una quota ideale di esso, che corrisponde alla frazione numerica rapportata al numero complessivo degli eredi (ad esempio, 1/3, se gli eredi sono tre, 1/4 se sono quattro). Il legatario, invece, succede solo in una parte specifica e ben individuata del patrimonio, dunque per singoli beni, e non in una quota ereditaria.

È importante evidenziare che la quota ereditaria ricevuta comprende in sé tutte le varie tipologie di beni ereditati (immobili, oggetti, somme di denaro, ecc.), a meno che il testatore non abbia disposto diversamente, attribuendo alcuni di essi ad un soggetto specifico. Perciò, in assenza di testamento – o di disposizioni testamentarie che non menzionano alcuni immobili o altri beni di valore – la loro proprietà si trasferirà agli eredi in base alle rispettive quote, e sorgerà tra essi la comunione ereditaria (che potrà cessare in seguito, attraverso la divisione).

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Alla luce di questi criteri, torniamo all’esempio che abbiamo fatto nell’introduzione per attribuire le relative qualifiche ai personaggi coinvolti:

I fratelli che hanno ricevuto dal genitore una casa a testa sono eredi; la badante che ha avuto 50mila euro e l’amico che ha ottenuto l’auto d’epoca, invece, sono legatari.

Erede e legatario: conseguenze

Le conseguenze della distinzione tra erede e legatario sono importantissime negli effetti pratici, perché:

Erede o legatario? Come risolvere i dubbi

Spesso non è chiaro se il testatore abbia voluto lasciare i suoi beni come quota del suo patrimonio – dunque individuando gli eredi – o come legati specifici. A tal proposito il

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Codice civile dispone che «l’indicazione di beni determinati o di un complesso di beni non esclude che la disposizione sia a titolo universale, quando risulta che il testatore ha inteso assegnare quei beni come quota del patrimonio».

In altre parole, al di là delle espressioni utilizzate nel testamento, che non sempre sono dirimenti ma lasciano spazio a dubbi, l’intenzione del testatore è decisiva per capire se si tratta di quote di eredità o di legati. Facciamo un altro esempio:

Un nonno scrive nel testamento: «Lascio a mio nipote Francesco un terzo dei miei beni»: così lo istituisce come erede. Poi scrive: «Lascio in eredità a a mia sorella Giulia la spilla di diamanti che apparteneva a mia moglie e a mia cugina Clara i quadri che ho nel soggiorno»: Giulia e Clara sono legatarie, anche se il testatore ha parlato di eredità nei loro confronti.

Se dal testamento questa volontà non emerge in modo chiaro, bisogna interpretare il documento in base ad alcuni indici rivelatori:

Se nonostante tutto ciò i dubbi permangono, la giurisprudenza propende a riconoscere la qualità di erede, anziché di legatario: si applica una «presunzione di attribuzione a titolo universale», e non particolare, dei beni, ma ogni vicenda va risolta caso per caso, interpretando le disposizioni testamentarie e valutando a quale titolo il testatore ha voluto assegnare i vari beni compresi nell’asse ereditario.

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