In condominio si può mettere la stufa a pellet?

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Il regolamento può impedire l’installazione di un impianto a pellet? Che poteri ha l’assemblea? La canna fumaria può essere esterna?

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Fare lavori in condominio può essere un problema anche quando le opere riguardano l’appartamento di proprietà privata: pure in questa ipotesi, infatti, gli altri condòmini potrebbero avere da ridire, soprattutto se l’intervento può avere un impatto sulla sicurezza, stabilità e decoro dell’edificio. Ad esempio, in condominio si può mettere la stufa a pellet?

In effetti, non c’è nessuna norma di legge che imponga al condomino di dover fruire necessariamente dell’impianto centralizzato; anzi, il Codice civile stabilisce espressamente il diritto per ciascun proprietario di

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distaccarsi dal riscaldamento comune. Da tanto deriva la possibilità, per chi vuole, di munirsi di impianti alternativi come, ad esempio, quello a pellet. Vediamo cosa fare per essere in regola.

È legale la stufa a pellet in condominio?

Chiariamo subito un aspetto: in condominio è legale avere la stufa a pellet. Non esiste una norma che proibisca l’installazione di tale impianto di riscaldamento. Vanno tuttavia rispettate delle indicazioni, come vedremo tra un istante.

Stufa a pellet: come installare la canna fumaria?

Il condomino che decide di mettere la stufa a pellet all’interno del proprio appartamento deve decidere come convogliare i fumi verso l’esterno. Le soluzioni sono due:

Le tubazioni devono sempre garantire che lo scarico dei fumi di combustione avvenga

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a tetto e mai a parete, almeno 1 metro sopra il colmo.

La canna fumaria deve inoltre essere realizzata con materiali adatti a resistere alle sollecitazioni meccaniche e al calore, impermeabili, adeguatamente isolati e coibentati.

Anche il canale di fumo che collega la stufa alla canna fumaria deve rispettare dei requisiti ben precisi e presentare una soluzione di continuità per evitare che la canna fumaria poggi direttamente sull’apparecchio.

I fumi prodotti dalle stufe a pellet non possono essere convogliati in un’unica canna fumaria [1]. Ogni impianto, dunque, deve possederne una autonoma.

Inoltre, in presenza di più stufe su piani diversi, è necessario che i comignoli che scaricano (obbligatoriamente) sul tetto siano sfalsati di almeno 50cm di altezza uno dall’altro.

Questa precauzione serve per evitare trasferimenti di pressione che potrebbero compromettere il buon funzionamento della canna fumaria.

Secondo la normativa di riferimento [2], inoltre, lo sbocco di una canna fumaria non deve essere in prossimità di

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antenne paraboliche, pannelli solari o simili ostacoli che, in caso di vento, potrebbero creare zone di turbolenza ed ostacolare la corretta evacuazione dei prodotti della combustione.

Il regolamento può vietare la stufa a pellet negli appartamenti?

Il regolamento di condominio non può vietare ai singoli proprietari di installare la stufa a pellet negli appartamenti privati, trattandosi di limitazione che potrebbe essere imposta solamente:

Nemmeno il regolamento potrebbe vietare l’ancoraggio della canna fumaria alla parete esterna del condomino: trattandosi di bene comune, il condomino è libero di utilizzarla, salvo il ricorrere di ipotesi eccezionali come il pregiudizio per la sicurezza dell’edificio oppure la particolare alterazione del

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decoro architettonico (si pensi alla canna fumaria moderna che passa lungo la facciata di un condominio di particolare pregio storico e artistico).

Il regolamento adottato a maggioranza potrebbe poi prevedere limitazioni per la salvaguardia dei beni comuni: si pensi, ad esempio, al divieto di installare la stufa a pellet o altro impianto privato in maniera tale da pregiudicare le tubazioni del riscaldamento comune.

Ulteriori limiti possono derivare dalla presenza di particolari vincoli imposti dalla normativa locale.

Stufa a pellet: bisogna avere il consenso dell’assemblea?

Trattandosi di lavori all’interno della proprietà privata del singolo condomino, l’assemblea non ha alcun potere di veto, nel senso che non può impedire la realizzazione degli stessi. Non occorre quindi che il proprietario ne dia comunicazione.

Ovviamente, vale quanto detto nei precedenti paragrafi in merito al rispetto delle norme di legge ed, eventualmente, di quelle regolamentari.

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