Scatenare la gogna pubblica: è reato?
Haters e leoni da tastiera: mettere alla berlina qualcuno per deriderlo e insultarlo costituisce il reato di diffamazione? Cosa succede se si sbaglia persona?
L’utilizzo improprio dei social network può causare danni inimmaginabili: lo dimostrano le tante notizie di cronaca che, purtroppo, raccontano delle continue aggressioni mediatiche ai danni di persone celebri e non. Sin dove possono spingersi i cosiddetti “haters” o “leoni da tastiera”? Scatenare la gogna pubblica è reato? Vediamo cosa dice la legge.
Indice
Mettere alla gogna: cosa significa?
Mettere alla gogna significa esporre qualcuno allo
Anticamente, infatti, la “gogna” era un collare di ferro che veniva applicato a coloro che venivano messi alla berlina, cioè esposti su un palco affinché fossero oggetto di disprezzo.
Mettere alla gogna qualcuno è reato?
Esporre una persona al pubblico ludibrio può costituire il reato di diffamazione.
Ciò accade quando la vittima è fatta oggetto di scherno in modo da offendere la sua reputazione. Facciamo un paio di esempi.
Marco diffonde sui social una foto che ritrae una persona che barcolla in strada perché ubriaca, con lo scopo di deriderla pubblicamente.
Maria, per vendicarsi del suo ex fidanzato, pubblica una foto dell’uomo mentre si trova in una posizione imbarazzante, al fine di metterlo in ridicolo davanti a tutti.
Quando c’è offesa alla reputazione?
Mettere alla gogna costituisce reato ogni volta che si intende ledere la reputazione della vittima.
La reputazione va intesa come la considerazione o la stima che gli altri hanno di una determinata persona, non solo in ambito lavorativo ma anche sociale e familiare.
Ciò significa che c’è diffamazione ogni volta che si cerca di screditare una persona in qualsiasi contesto della propria vita.
Matteo scredita sui social il proprio avvocato dandogli dell’”asino” perché gli ha fatto perdere la causa.
Marta, per infangare il buon nome di Antonella, mette in giro la voce di una sua presunta relazione extraconiugale.
Diffamazione: c’è reato se il fatto è vero?
L’offesa alla reputazione che fa scattare il delitto di diffamazione sussiste anche quando il fatto rappresentato è vero ma, per com’è narrato, getta ugualmente discredito sulla vittima.
Paolo è stato arrestato per spaccio. Tommaso pubblica la notizia sui suoi profili social, aggiungendo che da un poco di buono come Paolo non ci si poteva aspettare altro.
Al contrario, la rappresentazione asettica di un fatto, per quanto spiacevole, rientra nel diritto di cronaca di ciascun cittadino.
A tal proposito, si legga l’articolo dal titolo Si diffama una persona dicendo ad altri la verità?
Mettere alla gogna la persona sbagliata è reato?
Mettere alla gogna la
Gianluca, noto influencer, pensa di avere finalmente individuato un suo hater. Decide così di condividerne la foto con tutti i suoi followers, mettendolo alla berlina. In realtà, si scopre che l’immagine condivisa è di un’altra persona che non c’entra nulla.
Secondo la legge, un reato è tale a prescindere da chi sia la vittima.
In altre parole, l’errore sulla persona è irrilevante: se la condotta è delittuosa, il reato rimane comunque. Il seguente esempio renderà tutto molto più chiaro.
Tizio vuole uccidere Caio. Nel tendergli un’imboscata, non si accorge di accoltellare Sempronio, che passava di lì per caso. Il reato commesso è sempre quello di omicidio, anche se la vittima non era quella designata.
Gogna sui social: quando non c’è reato?
Scatenare una gogna pubblica non è reato se il fatto condiviso con una platea di persone non costituisce offesa alla reputazione.
In questa ipotesi, il reato potrebbe essere commesso da chi, approfittando del fatto reso noto, cominci a deridere e screditare la vittima.
Giuseppe, in totale buona fede, condivide su Instagram la foto scattata insieme al suo fratello disabile, Giovanni, appena laureatosi. Gli haters ne approfittano per bullizzare pubblicamente Giovanni a causa della sua patologia.
In un caso come quello appena esposto chi ha reso noto il fatto non aveva alcuna intenzione diffamatoria; al contrario, del reato risponderanno tutti coloro che, condividendo i commenti ingiuriosi, hanno leso la reputazione e la dignità della vittima.