Spid: da luglio diventa a pagamento

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A partire dal mese di luglio 2025 c’è il rischio che il sistema di identità digitale per i servizi online della pubblica amministrazione non sia più gratuito.

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A partire dal mese di luglio lo Spid diventa a pagamento: la convenzione tra lo Stato e i principali gestori privati dell’identità digitale che permette a cittadini, professionisti e imprese di accedere ai servizi online della pubblica amministrazione è in scadenza e non è stata rinnovata. I fondi, pur essendoci, sono bloccati. Per tali ragioni, lo Spid da luglio diventa a pagamento. Ma procediamo per gradi.

Cos’è lo Spid?

Lo

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Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale) è lo strumento che consente, in maniera sicura e protetta, di accedere ai servizi della pubblica amministrazione.

In buona sostanza, lo Spid permette di utilizzare le stesse credenziali (username e password) per l’accesso all’area riservata di tutti i siti delle istituzioni pubbliche (Inps, Agenzia delle Entrate, ecc.). Sinora gratuito, lo Spid da luglio diventa a pagamento. Vediamo perché.

Spid: perché diventa a pagamento?

Come riferito dalle più autorevoli testate giornalistiche (Corriere della Sera, La Repubblica), i finanziamenti pubblici (quaranta milioni di euro) destinati agli operatori che forniscono il sistema di identità digitale per i servizi online della pubblica amministrazione sono bloccati, mentre la convenzione con lo Stato è oramai in scadenza.

C’è dunque il concreto rischio che da luglio questo servizio possa diventare a pagamento, atteso che i principali fornitori dell’identità digitale unica sono in perdita a causa del forte squilibrio tra costi sostenuti e ricavi generati, squilibrio che solo l’intervento dello Stato – con lo sblocco dei fondi – può risanare, evitando così che siano i cittadini a dover pagare.

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Dal 28 luglio 2025 Infocert – uno dei principali operatori che garantisce il sistema di identità digitale – pagherà 5,98 euro l’anno lo Spid, dopo dieci anni di gratuità. Aruba fa già pagare dal secondo anno di abbonamento. Quasi tutti i fornitori hanno iniziato a pagare le modalità di attivazione di Spid più comode per l’utente.

Non è quindi escluso che anche Poste Italiane, il principale gestore per numero di identità digitali attivate, decida presto di fare lo stesso.

Tutto ciò perché, come detto, a luglio scade la convenzione tra lo Stato e i fornitori di Spid, che ora devono decidere se rinnovarla per due anni o chiudere il servizio.

Quali sono le alternative allo Spid?

Sebbene per lo Spid passi oltre il 90% degli accessi ai servizi digitali della pubblica amministrazione (1,2 miliardi nel 2024), v’è da dire che esistono ulteriori strumenti che garantiscono la stessa funzionalità:

Approfondimenti

Per ulteriori approfondimenti si leggano i seguenti articoli:

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