Nuova imposta di registro: più care società ed eredità

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L’aumento previsto dal 1° gennaio 2014 dell’imposta di registro renderà più onerosi non solo i trasferimenti immobiliari ma anche tante altre operazioni commerciali. Vediamo qualche esempio.

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Nei precedenti articoli usciti nei giorni scorsi si sono illustrate le principali novità che riguarderanno i cittadini che acquisteranno immobili a partire dall’anno prossimo (leggi: Acquisto immobili: nuove aliquote fiscali per chi compra casa dal 2014 e Acquisto di immobili nuove tasse: alcuni esempi). In particolare la rimodulazione dell’aliquota dell’imposta di registro unitamente a quelle ipotecaria e catastale colpirà tutti i contratti di scambio aventi ad oggetto immobili, come ad esempio compravendite, permute e divisioni.

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L’imposta di registro così come quella ipotecaria e catastale tuttavia si applica anche a tanti altri contratti aventi ad oggetto beni immobili. È il caso degli atti di accettazione e di rinuncia all’eredità, della procura, delle convenzioni matrimoniali (fra cui rientra anche il fondo patrimoniale), le convenzioni urbanistiche e più in genere tutti gli atti d’obbligo unilaterali, nonché tutti gli atti societari come trasformazioni, fusioni e scissioni, atti costitutivi di società e aumenti di capitale con conferimenti diversi dai beni immobili, i contratti di comodato di beni immobili e i contratti preliminari di vendita.

Per questo genere di atti l’imposta di registro viene stabilita dalla legge in misura fissa che ad oggi è di 168 euro. Dal 1° gennaio dell’anno prossimo essa sarà elevata a 200 euro. Non solo, anche le imposte ipotecaria e catastali, ove applicate nella misura fissa attuale di 168 euro verranno portate a 200 euro.

Non cambieranno invece altri importi fissi dell’imposta di registro come ad esempio quelli previsti per le unità da diporto (da un minimo di 71 euro a un massimo di 5.055 euro a seconda della lunghezza dell’imbarcazione) e per la cessione senza corrispettivo dei contratti di locazione (67 euro).

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Infine bisogna ricordare che l’aumento a 200 euro dell’imposta fissa di registro riguarderà anche tutti i casi in cui l’ammontare della suddetta tassa calcolata secondo il metodo proporzionale non raggiungere l’importo fisso. Secondo quanto prevede la legge infatti tutte le volte che secondo l’imposizione proporzionale stabilita non si raggiunge un prelievo pari a quello dell’imposta fissa la tassazione da richiedersi è pari a quest’ultimo importo. Anche in questo caso quindi si passerà da 168 euro a 200 euro e ne faranno le spese gli atti di valore più modesto: ad esempio la cessione di un credito di 30.000 euro sconta un’imposta di registro dello 0,50% ossia di 150 euro, ma il Fisco non chiederà più al contribuente 168 euro bensì 200 euro.

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