Questionario MIFID: cos’è e a cosa serve
Quando, come e perché la banca deve profilare i clienti e compiere la valutazione di adeguatezza degli investimenti finanziari.
Se hai un conto corrente bancario, dei depositi titoli o un qualsiasi rapporto di investimento, sicuramente la tua banca o il tuo intermediario finanziario – comprese le Poste Italiane – ti avrà chiesto di compilare o aggiornare il questionario MIFID: è un obbligo imposto dalla legge. Vediamo cos’è e a cosa serve questo indispensabile strumento, previsto dalle normative europee e recentemente “potenziato” con nuove informazioni.
Indice
Cos’è il questionario MiFID?
Il questionario MiFID (acronimo dall’inglese:
È imposto dalla normativa europea sulla trasparenza degli operatori finanziari e sulla tutela degli investitori privati.
Il MIFID nella sua originaria versione è stato introdotto nel 2007; attualmente è in vigore il MIFID 2, che prevede un rafforzamento delle autorità di vigilanza, nazionali ed europee, sui mercati finanziari per proteggere i consumatori (leggi qui quali sono le novità del MIFID 2).
Ricordiamo che tutte le società ed imprese di investimento – comprese quelle che offrono servizi di trading online – devono essere autorizzate ad operare nei Paesi membri dell’Unione Europea e devono essere registrate negli appositi albi presso la Banca d’Italia e la CONSOB (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa).
Quando va compilato il MIFID?
La trasparenza deve essere garantita ancor prima che i clienti intraprendano le negoziazioni, quindi il questionario MIFID deve essere somministrato non oltre il momento della sottoscrizione del
Quando il rapporto finanziario è in corso, la banca o il diverso intermediario è tenuto ad avvisare il cliente della necessità di aggiornamento del MIFID; si può fare presentandosi allo sportello dell’istituto di credito o anche online, compilando i moduli predisposti.
A cosa serve il MIFID?
Lo scopo del MIFID è quello di raccogliere informazioni sulle conoscenze finanziarie degli investitori e sulle pregresse esperienze di investimento (acquisto di azioni, obbligazioni, titoli di Stato, fondi comuni di investimento, ETF, valute e criptovalute, prodotti derivati, ecc.), nonché sulla loro situazione economica. Quindi il MIFID contiene anche informazioni riservate, delicate e sensibili, che chi raccoglie il questionario è tenuto a non divulgare.
Le risposte devono tenere conto della concreta
Come si compila il questionario MIFID?
La compilazione del questionario MIFID richiede la massima attenzione, vista l’importanza delle informazioni che contiene. Le domande sono piuttosto semplici e ben strutturate, quindi è sufficiente un’adeguata riflessione per rispondere bene.
In molti casi la compilazione del MIFID viene “assistita” dal funzionario della banca o dall’intermediario finanziario, che fornisce ai clienti meno esperti il necessario aiuto e supporto. Ma l’errore da non commettere assolutamente è quello di delegare completamente la formazione del documento – e dunque la redazione delle risposte – agli operatori, firmando poi in bianco quanto da essi riportato: c’è il serio rischio di subire abusi, che potrebbero ripercuotersi negativamente sulla qualità degli investimenti e provocare gravi perdite patrimoniali.
Qual è l’utilità del MIFID?
Dopo aver compilato il MIFID, si potranno avere idee più chiare sui propri obiettivi di investimento e sui prodotti finanziari adeguati a soddisfarli. Il MIFID, infatti, in base alle risposte fornite, misura il profilo di rischio degli investitori e dunque consente di offrirgli i prodotti più adatti alle loro rispettive esigenze e propensioni.
Le banche, le società di investimento, i gestori di patrimoni e tutti gli altri intermediari finanziari operanti nell’Unione Europea devono tenere conto delle risultanze del MIFID ai fini della valutazione del profilo di rischio dell’investitore, e non possono tralasciarle, altrimenti incorrono in responsabilità professionale per aver proposto strumenti inadeguati e sono tenuti al risarcimento dei danni arrecati.
MIFID e clienti professionali
Infine, c’è da dire che se le risposte fornite al questionario MIFID dimostrano una elevata conoscenza degli strumenti finanziari si potrebbe essere qualificati come “investitori professionali“, con conseguente esclusione del regime di tutela previsto per i normali consumatori, ma anche con una maggiore libertà di compiere operazioni finanziarie.