Voli low cost: tutti i diritti dei passeggeri

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Cosa prevede la legge e come difendersi dalle pratiche scorrette e ingannevoli delle compagnie aeree. Cosa fare se il volo viene cancellato, fa ritardo o l’imbarco viene negato.

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Negli ultimi anni i voli offerti dalle compagnie aeree low cost sono diventati un mezzo di trasporto sempre più diffuso, grazie a tariffe fortemente concorrenziali rispetto ai vettori tradizionali. Tuttavia, accanto alla promessa di biglietti a pochi euro, molti passeggeri si trovano a fronteggiare pratiche commerciali discutibili, costi aggiuntivi imprevisti e difficoltà nell’esercizio dei propri diritti. In questa guida ti spieghiamo tutti i diritti dei passeggeri nei voli low cost: avrai un quadro giuridico chiaro e aggiornato, con le soluzioni pratiche per sapere cosa fare se il volo viene cancellato, o fa ritardo, o se l’imbarco viene negato per overbooking, e anche per come comportarti se al momento della prenotazione del biglietto trovi un prezzo molto più alto rispetto a quello dell’offerta iniziale.

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Biglietto aereo low cost: cosa include il prezzo base?

Ai sensi dell’art. 23 del Regolamento (CE) n. 1008/2008, il prezzo finale da pagare per un volo deve essere indicato sin dall’inizio del processo di prenotazione e deve includere tutte le tasse, i diritti e gli oneri inevitabili e prevedibili. Questo significa che la compagnia non può pubblicizzare una tariffa base priva, ad esempio, di tasse aeroportuali o supplementi obbligatori.

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In concreto, nel prezzo base è generalmente incluso:

Quali sono i servizi aggiuntivi e a pagamento?

Tutti gli altri servizi sono considerati opzionali e possono essere proposti come supplementi a pagamento, ma devono essere chiaramente indicati e non preselezionati automaticamente durante la prenotazione (in ottemperanza anche al Codice del Consumo, D.lgs. 206/2005, artt. 20 e ss. sulle pratiche commerciali scorrette).

Tra questi servizi aggiuntivi troviamo:

Il passeggero deve poter

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scegliere consapevolmente se acquistare o meno tali servizi, senza che essi vengano imposti o inseriti nell’ordine senza il suo consenso espresso.

Compagnie low cost: come guadagnano e su cosa

Analizziamo il modello di business delle compagnie low cost. Il prezzo estremamente basso di alcuni voli (“in offerta” anche a 5 o 10 euro, pure per viaggi internazionali) rappresenta una strategia di marketing nota come loss leader: l’offerta base di per sé comporterebbe una perdita, serve ad attrarre il maggior numero possibile di utenti, confidando nel fatto che molti di essi acquisteranno servizi accessori ad alto margine di guadagno per la compagnia aerea.

Secondo numerose analisi di bilancio, le compagnie low cost realizzano buona parte dei loro ricavi proprio grazie alla vendita di servizi extra, non dal biglietto base. Il costo di un volo, infatti, non si esaurisce nel trasporto: carburante, personale, manutenzione, tasse aeroportuali rappresentano spese significative che non possono essere coperte con un biglietto base offerto a un prezzo minimo.

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Per le compagnie aeree (low cost e non solo) il vero margine di guadagno è generato da:

Come le compagnie low cost abbattono i costi operativi

Inoltre, le compagnie low cost abbattono i costi operativi di gestione grazie a una flotta omogenea (spesso un unico modello di aerei, in modo da risparmiare sui costi di manutenzione e formazione dei piloti), rotazione rapida degli aerei (che rimangono fermi a terra solo per il tempo strettamente necessario), uso di aeroporti secondari e periferici (e dunque meno costosi dei grandi scali vicini alle città) e una gestione più snella del personale, ridotto allo stretto necessario.

Tutte queste strategie, variamente combinate tra loro, incrementano ulteriormente gli utili tratti dall’attività.

Esistono servizi minimi garantiti per tutti i passeggeri?

Sì. Il Regolamento (CE) n. 261/2004 riconosce a tutti i passeggeri aerei, indipendentemente dal prezzo pagato o dal tipo di compagnia, una serie di diritti minimi in caso di disservizi quali

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cancellazione, ritardo prolungato o negato imbarco.
Tra queste tutele dei passeggeri sono comprese:

Il regolamento europeo che prevede questi diritti dei passeggeri si applica:

Un ulteriore strumento è rappresentato dal Regolamento (CE) n. 1107/2006, che garantisce assistenza gratuita ai passeggeri con disabilità o mobilità ridotta, purché abbiano informato la compagnia con almeno 48 ore di anticipo rispetto alla partenza.

Il bagaglio a mano può essere escluso dal prezzo base?

La questione è oggetto di contesa giurisprudenziale e regolamentare. Alcune compagnie low cost applicano

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supplementi anche per il bagaglio a mano più grande (trolley), ammettendo a bordo gratuitamente solo una borsa piccola.

Tuttavia, l’essenzialità del bagaglio a mano è stata riconosciuta da diverse sentenze italiane e da interventi dell’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato). In particolare, il bagaglio a mano di dimensioni ragionevoli è considerato parte integrante del trasporto del passeggero e non può essere soggetto a supplementi non dichiarati in modo trasparente.

In caso contrario, si configurano pratiche commerciali scorrette, sanzionabili ai sensi degli artt. 20 ss. del Codice del Consumo.

Ritardi e cancellazioni: cosa spetta al passeggero?

Il Regolamento (CE) n. 261/2004 stabilisce che, in caso di cancellazione del volo o di ritardo prolungato (almeno 3 ore di ritardo all’arrivo), il passeggero ha diritto a:

Trovi tutti i dettagli nella scheda “

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Diritti dei passeggeri in caso di cancellazione o ritardo del volo“.

Quando la compagnia europea non rimborsa i passeggeri

La compagnia aerea può escludere l’obbligo di compensazione solo se dimostra che il disservizio è stato causato da circostanze eccezionali, non imputabili alla propria organizzazione (maltempo grave, attentati, scioperi dei controllori, ecc.). Tuttavia, guasti tecnici ordinari, carenza di personale o disorganizzazione non sono giustificazioni valide. L’onere della prova ricade sempre sulla compagnia.

Trovi un importante approfondimento su questi aspetti nel nostro dossier “Volo cancellato senza motivazioni: cosa spetta al passeggero?”.

Negato imbarco per overbooking: quali rimedi?

L’overbooking è il fenomeno che impedisce la partenza di alcuni passeggeri perché la compagnia aerea ha venduto più biglietti rispetto ai posti disponibili per quel volo (che, per evidenti ragioni di sicurezza, non può certo decollare in soprannumero e sovraccarico).

In caso di negato imbarco per overbooking, la compagnia deve innanzitutto chiedere se ci sono

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volontari disponibili a rinunciare al volo in cambio di soldi o altri benefici economici (voucher spendibili per altri viaggi, voli alternativi, ecc.). La trattativa viene condotta sul momento ed è liberamente negoziabile (di solito la compagnia offre un compenso immediato e il passeggero decide se accettare o rifiutare: in caso positivo rinuncia all’imbarco e lascia il suo posto a un passeggero in overbooking).

Se non vi sono volontari sufficienti disposti a rinunciare al volo, e dunque l’imbarco viene negato a qualche passeggero in eccesso contro la sua volontà, si attivano gli stessi diritti del Regolamento europeo 261/2004:

Questi diritti non spettano se il passeggero viene escluso per cause imputabili a lui (ritardo di presentazione al gate, documenti di riconoscimento o di viaggio mancanti, problemi di sicurezza).

Prezzi pubblicizzati diversi da quelli finali: è lecito?

No. La pubblicità di un volo deve riportare il prezzo finale comprensivo di tutti gli oneri non evitabili. Mostrare un prezzo parziale e poi caricare costi obbligatori alla fine del processo d’acquisto costituisce una

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pratica commerciale ingannevole, vietata sia dal Regolamento (CE) n. 1008/2008, sia dal Codice del Consumo.

L’AGCM (Autorità Garante Concorrenza e Mercato) ha più volte sanzionato compagnie aeree per offerte “civetta” che non corrispondevano al prezzo effettivamente dovuto.
Gli optional facoltativi possono essere proposti separatamente, ma non devono mai essere preselezionati: l’utente deve poterli scegliere attivamente.

Come tutelarsi da addebiti nascosti?

I consumatori possono adottare diverse ed efficaci strategie di autotutela; ti consigliamo di:

In alternativa, o se la vicenda non si risolve nei modi anzidetti, è possibile attivare

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azioni legali, instaurando una causa civile ordinaria contro la compagnia per il recupero di quanto speso e l’eventuale risarcimento dei danni, anche tramite il Giudice di Pace per importi inferiori a 5.000 euro. A tal proposito leggi il tutorial: “Come fare causa a compagnie low cost“.

Le compagnie rispettano davvero queste regole?

Non sempre. Nonostante l’esistenza di norme chiare e consolidate (il Regolamento Europeo che prevede i diritti dei passeggeri è stato introdotto nel 2004), molte compagnie aeree low cost adottano prassi elusive, ingannevoli o scorrette, contando sull’inazione dei passeggeri o sulla loro mancata conoscenza dei propri diritti.

Comunque le autorità nazionali ed europee vigilano costantemente e intervengono fattivamente per contrastare tali fenomeni. Un esempio significativo: nel novembre 2024, la Spagna ha comminato una multa da 179 milioni di euro a cinque ben note compagnie low cost per l’imposizione di supplementi illeciti relativi al bagaglio a mano e alla selezione dei posti a sedere.

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Le sanzioni esistono, ma è fondamentale che i passeggeri siano informati e attivi, perché solo con la consapevolezza e la reazione collettiva è possibile far prevalere le regole sulla furbizia commerciale.

Come far valere i diritti dei passeggeri?

Il settore dei voli low cost è caratterizzato da dinamiche commerciali aggressive, ma ciò non significa affatto che il consumatore debba rinunciare ai propri diritti. Al contrario, essi vanno fatti valere e devono essere rafforzati proprio per contrastare le scorrettezze. Le norme europee e nazionali offrono strumenti chiari ed efficaci per difendersi, a patto che i diritti dei passeggeri siano conosciuti e vengano azionati.

La trasparenza dei prezzi, l’accesso ai servizi essenziali e la compensazione in caso di disservizi non sono favori, ma diritti esigibili per legge. Le norme ci sono, e sono valide, ma vengono spesso ignorate o aggirate. Bisogna farle rispettare, e in tal senso per i passeggeri, e per i consumatori in genere, l’essere informati dei propri diritti è il primo fondamentale passo per viaggiare davvero a basso costo, senza brutte sorprese.

Conclusione

In conclusione, il vero problema dei voli low cost non è l’assenza di norme, ma la frequente mancanza del loro rispetto concreto da parte di alcune compagnie aeree. Serve più informazione e consapevolezza e, quando necessario, occorre una reazione decisa del consumatore per far valere i propri diritti.

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