Strisce blu e sosta a pagamento: come impugnare la multa

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Strisce blu e aree di sosta a pagamento: la contestazione se non ci sono parcheggi liberi, se superi l’orario o se il ticket non è esposto sul parabrezza, la necessità dell’ordinanza comunale che disciplini le aree di sosta.

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Una multa per aver lasciato l’auto sulle strisce blu, ossia l’area di sosta a pagamento, senza regolarizzare il pagamento del ticket può essere contestata in diversi modi: numerose, infatti, sono le sentenze che, sino ad oggi, hanno dato ragione agli automobilisti. Cercheremo, in questa rapida scheda, di elencarle sinteticamente, rinviando per gli approfondimenti ai link contenuti nel testo dell’articolo.

Aree di sosta a pagamento e gratis da alternare

La giurisprudenza ritiene che le aree di sosta a pagamento, delineate cioè dalle

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strisce blu, sono legittime solo se vi siano, nelle vicinanze (ma non viene precisato “quanto” vicino debbano essere) aree invece gratuite, delineate cioè dalle strisce bianche.

Per difendersi dall’eventuale multa, l’automobilista può:

Attenzione però: quest’obbligo di alternanza tra strisce blu e strisce bianche non vale nelle zone di valore storico o di particolare pregio ambientale, ove è possibile istituire solo aree con strisce blu.

In tale ultimo caso, tuttavia, l’automobilista può difendersi:

Sintetizzando, l’onere della prova in una eventuale causa davanti al giudice di Pace sarà così ripartito:

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Se scade l’orario sul ticket la multa è nulla

Il secondo aspetto su cui si è soffermata la giurisprudenza è quello della nullità delle multe per sforamento dell’orario indicato sul ticket. Secondo quanto anche ammesso dal Ministero dei trasporti, non esiste una norma del codice stradale che vieti di rimanere sulle strisce blu anche dopo la scadenza del ticket. Pertanto le multe non possono essere elevate, ma tutt’al più si può intentare una causa civile per recuperare il credito pari all’importo non pagato (pochi centesimi). Di tanto abbiamo parlato approfonditamente nell’articolo “

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Strisce blu: scaduto l’orario del ticket non c’è multa”.

Il ministero ha chiarito che le multe per sosta oltre l’orario del ticket possono essere valide solo se il Comune ha emesso un regolamento con cui ha disciplinato l’utilizzo delle aree a pagamento, così andando a colmare la lacuna normativa del codice della strada.

Per difendersi dall’eventuale multa, l’automobilista può:

Se il ticket non è esposto sul parabrezza dell’auto

La legge non dice che il ticket debba essere esposto necessariamente sul parabrezza dell’auto, ma in modo ben visibile. Quindi ben potrebbe essere posto sul sedile dell’auto del conducente o su quello del passeggero, purché da fuori il finestrino il verbalizzante possa controllarlo e distinguere le varie cifre in esso riportate (orario di ingresso della sosta, orario di scadenza, ecc.).

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Se il vigile dovesse elevare la multa perché sostiene di non aver visto il ticket, l’automobilista si può difendere solo:

Se la multa è elevata dall’ausiliario del traffico

La Cassazione ha detto che la multa elevata dall’ausiliario del traffico sulle strisce blu è valida solo se quest’ultimo è “abilitato”: è necessaria quindi una valida nomina e la delibera apposita dell’ente locale. Così come, nel caso di gestione in appalto a ditta esterna, è necessario che tale convenzione non sia scaduta.

L’automobilista, in questo caso, si può difendere

Se il parchimetro non funziona

Se il parchimetro più vicino a dove è parcheggiata l’auto

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non funziona, il conducente è tenuto a tentare il pagamento presso un altro dispositivo posto nelle adiacenze. La legge non dice entro quale distanza debba spingersi il cittadino nella ricerca di un parchimetro funzionante, tuttavia non è possibile chiedergli uno sforzo eccessivo e tale da rendere vana la stessa sosta.

In tali casi il cittadino si può difendere:

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