Tassa patrimoniale: cosa ne pensano gli italiani

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La maggioranza respinge le varie forme di Covid tax, ma è favorevole a finanziare progetti territoriali per le proprie comunità o ad acquistare titoli di Stato.

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La proposta di introdurre una tassa patrimoniale, un’imposta di scopo per prelevare somme dai privati e finanziare la crisi emergenziale Coronavirus per sostenere la ripresa economica, divide non solo le forze politiche ma anche gli italiani.

L’idea è sempre serpeggiante e assume di volta in volta varie denominazioni, dalla forma “hard” di un prelievo forzoso sui conti correnti o di una nuova Covid tax all’ipotesi “soft”, di recente sostenuta nella proposta di iniziativa parlamentare del Pd di introdurre un contributo di solidarietà

sui redditi annui superiori a 80mila euro, che però ha perso slancio perché non è stata sostenuta dalla maggioranza.

Finora però nessuno si era preoccupato di sapere cosa ne pensano gli italiani riguardo alla possibilità di introdurre una nuova imposta patrimoniale. A colmare la lacuna arriva un sondaggio condotto dall’Osservatorio Coronavirus nato dalla collaborazione tra Swg e Area Studi Legacoop per testare opinioni e percezioni della popolazione di fronte ai problemi determinati dall’emergenza in corso.

Ecco i risultati dell’indagine, illustrati dall’agenzia stampa Adnkronos: il 63% degli italiani è contrario ad una tassa di scopo, proporzionale rispetto al reddito, a fronte di un 30% che è disposto ad accettarla, mentre il 7% non si pronuncia.

Ma il sondaggio non termina qui perché, oltre alla prima domanda riguardante l’ipotesi di ricorrere ad un’imposizione fiscale ad hoc per finanziare l’emergenza Covid, agli intervistati è stato chiesto anche quali iniziative sarebbero disposti a sostenere personalmente per favorire la ripresa.

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A questa domanda il 39% ha risposto di non essere disponibile a sostenere nessuna iniziativa, in quanto il sostegno alla ripresa del Paese è compito dello Stato, mentre il 27% ha espresso la disponibilità a finanziare progetti territoriali finalizzati al sostegno delle famiglie e delle persone in difficoltà (la percentuale sale al 34% nella classe di età dai 18 ai 34 anni)ed il 26% ad acquistare titoli di Stato a lunga scadenza (il valore arriva al 32% tra gli ultra cinquantacinquenni).

“È allo Stato che in questa situazione di difficoltà i cittadini italiani chiedono di fornire le risposte necessarie”, ha commentato Mauro Lusetti, presidente di Legacoop. ”I risultati del nostro sondaggio -sottolinea- mostrano la richiesta di un ruolo attivo del pubblico. Tuttavia, se chiamata in causa per concorrere finanziariamente ad affrontare la crisi, è evidente che la maggior parte dell’opinione pubblica rigetta l’ipotesi di una tassa di scopo“.

Quali conclusioni trarre da queste risposte e orientamenti? Secondo Lusetti, piuttosto che insistere sulla patrimoniale, “occorre far leva sulla generosità e il senso civico degli italiani rispetto alle proprie comunità. In questo senso leggiamo la alta predisposizione dei giovani a finanziare progetti sociali a livello territoriale e un ampio sostegno, in particolare nella fascia più matura, per un ‘prestito nazionale‘ volontario. In entrambe queste direzioni, la cooperazione avanzerà proposte concrete per stimolare i decisori pubblici e per contribuire alla ricostruzione del paese”.

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