Come funzionano i controlli dell’Agenzia delle Entrate?

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Tipologie e metodologie degli accertamenti svolti dagli Uffici sulle dichiarazioni dei redditi e su tutte le imposte: cosa succede e chi rischia più degli altri.

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L’Agenzia delle Entrate è il “guardiano” che vigila sul corretto adempimento degli obblighi fiscali. Il suo ruolo è stato notevolmente potenziato negli ultimi anni, non solo con l’arruolamento di molti funzionari specializzati, ma anche grazie alle numerose banche dati di cui dispone per svolgere gli accertamenti. Ma in concreto come funzionano i controlli dell’Agenzia delle Entrate? In questa guida rapida ti forniamo le informazioni essenziali per capire il meccanismo e metterti al sicuro da ogni rischio di accertamento fiscale.

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Per prima cosa devi sapere che tutti i contribuenti finiscono nel mirino dei computer e poi alcuni di essi – ma non tutti – vanno sotto la lente dei funzionari. Molti controlli vengono svolti in maniera completamente automatizzata: la rilevazione delle violazioni e degli errori avviene mediante un’elaborazione software senza alcun intervento umano, e solo l’atto di accertamento finale, con l’irrogazione delle sanzioni, viene supervisionato ed emesso da un funzionario in carne e ossa.

Lo stesso dicasi per le lettere di compliance, i cosiddetti avvisi bonari, con cui l’Agenzia avvisa i contribuenti degli errori compiuti e delle omissioni trovate durante l’esame delle dichiarazioni dei redditi presentate, in modo da consentirgli di regolarizzare spontaneamente la violazione evitando le pesanti sanzioni. Da ciò avrai già intuito che non necessariamente ad ogni controllo segue un accertamento e una sanzione: molte irregolarità, e soprattutto quelle che si compiono per errori o dimenticanze nella compilazione delle dichiarazioni dei redditi, possono essere sanate proprio grazie alle comunicazioni che pervengono dall’Agenzia delle Entrate.

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Controlli sul 730

Con la dichiarazione precompilata, la maggior parte dei dati necessari per fare il modello 730 è già stata acquisita in precedenza dall’Agenzia delle Entrate, per cui le informazioni sono già state validate in partenza. Risultano tutte visibili nella schermata online, e il contribuente non deve fare altro che confermarle e procedere all’invio. In questo caso ha la garanzia di non subire controlli sulla dichiarazione presentata.

Se invece il contribuente apporta modifiche, integrazioni e correzioni ai dati risultanti nella precompilata, è responsabile di ciò che comunica, ad esempio, scrivendo che ha sostenuto spese mediche detraibili per 10mila euro anziché per i 3mila risultanti dal sistema TS (Tessera sanitaria): dovrà, quindi, conservare la documentazione necessaria a comprovare il diritto a fruire delle detrazioni, ed esibirla all’Agenzia delle Entrate in caso di controlli.

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In sostanza: chi accetta il 730 precompilato così com’è, senza apportare modifiche, non avrà controlli dall’Agenzia delle Entrate, mentre se fa correzioni o integrazioni potrà essere controllato sulle voci che ha cambiato (non sulle altre che erano già riportate nel modulo precompilato). Trovi maggiori dettagli in: “Come modificare la dichiarazione precompilata“.

Controlli sulle dichiarazioni presentate

I controlli sulle dichiarazioni presentate e acquisite al sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate sono essenzialmente di due tipi: automatici e formali. La fondamentale differenza tra controlli automatici e formali sta nel fatto che i primi si basano sui dati della dichiarazione esaminata, e si risolvono quindi in un semplice controllo di congruenza interna, mentre i secondi considerano anche le informazioni attinte da fonti esterne e comunque già in possesso dell’Agenzia delle Entrate nell’ambito dell’Anagrafe tributaria, come l’archivio dei rapporti bancari, i dati delle compravendite immobiliari e i pubblici registri informatizzati; quindi hanno un ambito molto più esteso e possono comportare sanzioni più pesanti se emergono violazioni.

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I controlli automatici vengono svolti, in via generalizzata, su tutte le dichiarazioni: sono, quindi, controlli a tappeto, indiscriminati, e svolti mediante elaborazioni informatiche, con incrocio dei dati presenti nel sistema informativo dell’Anagrafe Tributaria. Per questo motivo vengono chiamati anche controlli automatizzati. La normativa di riferimento per questo tipo di controlli è l’articolo 36-bis del Dpr n. 600/1973 per le imposte sui redditi e l’art. 54-bis del Dpr n. 633/1972 per l’Iva.

Anche l’oggetto di questi controlli è generalizzato: riguardano tutti gli aspetti della dichiarazione, prendendo in esame i redditi, le deduzioni e detrazioni, la liquidazione dell’imposta, nonché gli eventuali crediti, rimborsi e sgravi. Anche la tardività, o la mancata esecuzione, dei versamenti (si pensi all’acconto e al saldo Irpef) non può sfuggire a questo tipo di controlli.

Se un contribuente ha dato in affitto un immobile con contratto registrato, ma non dichiara i redditi percepiti con i canoni di locazione versati dall’inquilino, l’Agenzia se ne accorgerà facilmente e formulerà un rilievo. Allo stesso modo, se un contribuente ha portato in detrazione spese eccessive rispetto a quelle rilevate, emergerà l’incongruenza e la dichiarazione verrà rettificata. Infine, se un contribuente è a debito Irpef – magari perché ha avuto due o più rapporti di lavoro diversi, con sostituti d’imposta che gli hanno operato in busta paga trattenute inferiori a quelle complessivamente dovute – e non paga il saldo Irpef entro i termini, sarà sanzionato dall’Agenzia per omesso versamento dell’imposta risultante dalle due CU (Certificazioni Uniche) acquisite al sistema.

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I controlli formali, invece, sono previsti dell’articolo 36-ter del Dpr n. 600/1973, e vengono svolti svolti su un campione di dichiarazioni dei redditi selezionate in base a determinati criteri, aggiornati ogni anno dall’Agenzia in base all’andamento dei fenomeni di evasione fiscale.

Ad esempio, in alcuni anni l’attenzione si concentra prevalentemente sulle fatture elettroniche e sui corrispettivi incassati, in altre annualità si prende di mira l’evasione contributiva realizzata mediante i modelli 770 infedeli presentati dai sostituti d’imposta per i propri dipendenti.

Sono, quindi, controlli più mirati e rivolti ad una platea più circoscritta di contribuenti; anch’essi vengono svolti in maniera prevalentemente, o esclusivamente, automatizzata.

Nella maggior parte dei casi di controlli automatici e formali con esito positivo – cioè con violazioni emerse – l’Agenzia, prima di emanare l’avviso di accertamento vero e proprio per recuperare le maggiori imposte dovute, non versate ed evase, invia una

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comunicazione di irregolarità all’interessato, invitandolo a sanare le violazioni riscontrate entro un preciso termine (30 giorni per il contribuente, esteso a 90 giorni per l’intermediario), beneficiando, in caso di adesione, di sanzioni ridotte. Per conoscere i rimedi che puoi adottare in questi casi, leggi l’articolo “Comunicazioni di irregolarità dall’Agenzia Entrate: cosa fare?“.

Controlli mediante accessi, ispezioni e verifiche

Ci sono poi i controlli effettuati mediante accessi ed ispezioni compiuti presso la sede del contribuente (persona fisica, come un artigiano o un professionista, o persona giuridica, come una società): ad essi segue l’acquisizione documentale dei documenti (contabili ed extracontabili) rinvenuti e lo svolgimento di una verifica fiscale, che può essere svolta presso i locali del contribuente o negli Uffici (si parla, in tal caso, di verifica “a tavolino”).

Per l’individuazione dei soggetti da verificare, l’Agenzia delle Entrate si avvale di molteplici fonti, tra cui le principali sono le

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segnalazioni di altre Pubbliche Amministrazioni (Inps, Camere di Commercio, Ispettorato del Lavoro, forze di Polizia, cancellerie degli uffici giudiziari, ecc), gli esposti dei privati cittadini e le liste selettive, elaborate ogni anno dal Ministero dell’Economia e Finanze, dalle quali emergono i contribuenti considerati a più alto rischio di evasione e che in quanto tali richiedono un controllo più approfondito di quelli che abbiamo descritto nei paragrafi precedenti.

Oltre ai funzionari dell’Agenzia delle Entrate, possono svolgere accessi, ispezioni e verifiche anche gli appartenenti alla Guardia di Finanza, nella loro qualità di polizia tributaria; al termine, redigeranno un processo verbale di constatazione (pvc) che servirà ai funzionari dell’Agenzia per valutare le irregolarità riscontrate ed emettere un avviso di accertamento. Ti spieghiamo dettagliatamente cosa puoi fare in queste situazioni nei tutorialQuali sono i miei diritti durante un accertamento fiscale?” e “Come proteggere i miei diritti durante un controllo fiscale?

“.

Nell’ambito di questo tipo di controlli – che non riguardano solo le imposte dirette, come l’Irpef o l’Ires, ma anche quelle indirette, come l’Iva, e in genere tutti i tributi erariali, come l’imposta di registro e quella sulle successioni e donazioni – i funzionari possono anche inviare questionari a soggetti che hanno avuto rapporti con il contribuente verificato (clienti, fornitori, dipendenti, collaboratori esterni) e convocare il contribuente con un invito a presentarsi presso l’Ufficio, per fornire i propri chiarimenti e osservazioni su quanto rilevato ed emerso e depositare documentazione.

Questo diritto al contraddittorio preventivo con l’Agenzia, chiamato così perché si svolge prima che i controlli si trasformino in una pretesa impositiva, è previsto come obbligatorio per una molteplicità di attività dell’Agenzia delle Entrate in modo da consentire al contribuente una difesa anticipata che può evitare accertamenti e sanzioni o comunque ridimensionare la pretesa impositiva. Per saperne di più, leggi la nostra guida “

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Accertamento fiscale e contraddittorio con il contribuente“.

Altri tipi di controlli svolti dall’Agenzia Entrate

Oltre ai vari tipi di controlli che abbiamo descritto, esistono numerose altre attività svolte dall’Agenzia delle Entrate che non possono essere qualificate come controlli in senso tecnico, bensì esplorazioni e acquisizione di informazioni compiute in vista di un possibile accertamento fiscale sul contribuente. Tra queste attività, le principali – e più pericolose per i contribuenti attenzionati – sono:

Approfondimenti

Per altre informazioni sull’argomento trattato, potrebbe interessarti anche l’articolo “Come evitare i controlli fiscali: i consigli degli esperti“.

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