Reddito di cittadinanza: a chi spetta? I requisiti

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Condizioni per ottenere l’assegno di 780 euro mensili a persona: anche pensionati e percettori di redditi bassi ne avranno diritto.

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Si delinea, giorno dopo giorno, la fascia del reddito di cittadinanza in attesa della legge che, stando alle dichiarazioni del Ministro del Lavoro, dovrebbe essere varata entro marzo 2019. Per mantenere la promessa elettorale si attingerà a piene mani dalla pace fiscale e da un innalzamento del deficit dall’1,6% promesso all’Ue all’1,9%. Con tutte le ricadute in termini di interessi che lo Stato dovrà pagare sul proprio debito pubblico. Come spesso succede quando ci sono lavori in corso è difficile sfuggire alla tentazione di vedere cosa c’è dietro il telo e cosa nascondono le novità. Le vediamo qui di seguito in questa breve scheda dedicata appunto ai

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requisiti del reddito di cittadinanza: a chi spetta?

A chi finirà il reddito di cittadinanza?

Il reddito di cittadinanza andrà alle persone che vivono con un reddito al di sotto di 780 euro mensili per un totale di 9.360 euro all’anno per un single. La platea è quindi di circa 5milioni di italiani che hanno un Isee non superiore a 9.360 euro. A beneficiare di 780 euro al mese sarà un single in affitto con Isee zero. Se lo stesso single è proprietario di casa, l’importo sarà tagliato di 280 euro. «È un “housing support” sul modello di quello che esiste in altri Paesi europei», spiega il consulente del ministro Luigi Di Maio, Pasquale Tridico (economia del lavoro all’Università Roma Tre). Chi paga il mutuo avrà però diritto a una maggiorazione pari a 150 euro: in pratica, perde 130 euro anziché 280.

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Gli altri “paletti” per i beneficiari sono: un valore del patrimonio immobiliare oltre la prima casa entro 30mila euro ed un patrimonio mobiliare (depositi, conti correnti) fino a 6mila euro (per un single), che sale fino a 8-10mila (in base ai componenti del nucleo familiare) .

Leggi anche Reddito di cittadinanza: quando e come presentare la domanda.

Tra le novità dell’ultima’ora c’è la previsione di un massimo 18 mensilità, sotto forma di sgravio, alle imprese che assumono non solo donne, ma anche disoccupati di lungo periodo (oltre i 24 mesi).

Restano il requisito base per l’accesso (Isee fino a 9.360 euro) e i criteri per l’integrazione al reddito, sempre fino a un massimo di 9.360 euro annui: fino a 30mila euro di capitale immobiliare oltre alla prima casa, patrimonio mobiliare entro i 10mila euro per famiglie con più figli. Maggiorato – novità dell’ultim’ora – di 5mila euro per i disabili. La quota affitto di 300 euro va aggiunta, nel limite di 780 euro per un single, o tolta, se la casa è di proprietà. I coefficienti per stabilire di quanto cresce l’assegno in base al numero dei componenti del nucleo familiare sono fissati a 0,2 in più per ogni adulto e 0,4 in più per ogni minore. Nell’ipotesi estrema di una famiglia di due disoccupati in affitto con quattro figli l’assegno arriverebbe alla cifra record di 18mila euro annui.

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A quanto ammonta il reddito di cittadinanza?

Scopo del reddito di cittadinanza è fare in modo che tutti gli aventi diritto abbiano un reddito non inferiore a 9.360 euro annui. Secondo però i consulenti del lavoro, agli italiani finiranno in media solo 500 euro: a tanto ammonta la disponibilità nelle casse dello Stato. L’importo è però tutto da definire per via delle modifiche che si prospettano al decreto in materia. Se però dovesse essere confermato il limite di 500 euro si avrebbe il paradosso che il Reddito di cittadinanza sarà inferiore al Rei attuale. Su questo aspetto leggi l’approfondimento Reddito di cittadinanza: l’importo per ogni famiglia.

Il tetto è considerato per persone single senza lavoro e, quindi, senza altre fonti di reddito. Per i pensionati bisognerà aggiungere in media circa 300 euro (alla pensione minima o a quella sociale). Invece un disoccupato o un lavoratore “povero”, percettori già di una forma minimale di reddito, avrà diritto a 480 euro medi mensili (per raggiungere la cifra di 500 o 780 euro a seconda di ciò che sarà deciso). Qualora, invece, il disoccupato non dovesse risultare percettore di alcun reddito, avrà diritto all’intero assegno di 780 euro.

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I pensionati avranno diritto al reddito di cittadinanza?

Certamente. Per pensionati, disoccupati e lavoratori poveri il reddito di cittadinanza integrerà altre forme di reddito fino al raggiungimento della soglia di 780 euro, che sale in base al numero dei componenti del nucleo familiare (il reddito aumenta dello 0,20 per ogni componente minorenne e dello 0,40 per ogni componente maggiorenne).

Come potrà essere speso il reddito di cittadinanza?

Sbaglia chi pensa che il reddito di cittadinanza sia un assegno che potrà spendere per come vorrà. A chiarirlo è Di Maio. Il reddito di cittadinanza, precisa il ministro, sarà erogato su una card, «questo permette la tracciabilità e non permette evasioni o spese immorali». La card, aggiunge il vicepremier «permette di utilizzare questi soldi per la funzione per cui esiste il reddito: assicurare la sopravvivenza minima dell’individuo. È chiaro che per comprare un “gratta e vinci” o le sigarette o dei beni non di prima necessità la card non funziona». L’obiettivo che si dà il governo, sottolinea ancora, è che il reddito sia «speso nelle attività sul suolo italiano perché vogliamo iniettare nell’economia reale 10 miliardi di euro ogni anno, il che significa far ripartire i consumi e la vita delle imprese e dei commercianti».

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Leggi sul punto Reddito di cittadinanza solo per i beni di prima necessità.

Requisiti reddituali e patrimoniali per ottenere il reddito di cittadinanza

Per ottenere il reddito di cittadinanza è indispensabile soddisfare le seguenti condizioni personali, reddituali e patrimoniali:

Quali sono i requisiti per avere il reddito di cittadinanza?

Per avere il reddito di cittadinanza, oltre a possedere un reddito non superiore a 780 euro mensili, possedere i requisiti reddituali e patrimoniali elencati ed essere iscritto ai centri per l’impiego, bisogna rispettare le seguenti condizioni:

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  1. ricerca attiva di un lavoro (un po’ come succede già con la Naspi);
  2. partecipazione e completamento dei corsi di formazione (anche qui il requisito ricalca l’assegno di disoccupazione);
  3. involontarietà della disoccupazione.

Su quest’ultimo punto bisogna fare un chiarimento. Ai sensi della normativa sulla Naspi, per come interpretata dall’Inps e dalle altre istituzioni, la disoccupazione si considera involontaria quando deriva da licenziamento e da dimissioni per giusta causa (ad esempio necessitate dal mancato pagamento degli stipendi, dal mobbing, da violenze, ecc.). Nel concetto di licenziamento rientra però anche quello per “giusta causa” ossia determinato da un comportamento di solito doloso del dipendente (ad esempio quando il lavoratore resta a casa senza dare più notizie di sé al datore). Chiaramente un’interpretazione di questo tipo aumenta il rischio di frodi: per farsi licenziare “involontariamente” basta non inviare alcun certificato medico e il gioco è fatto. Questo porrà – così come già pone – sui contribuenti il peso del sostenimento di chi non vuole andare a lavorare. Di tanto abbiamo già parlato in

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Lo Stato tutela i fannulloni.

Il reddito di cittadinanza andrà solo agli italiani o anche agli immigrati?

Di Maio ha detto che il reddito di cittadinanza sarà dato «solo a italiani che spendono in negozi italiani, residenti in Italia da 10 anni e che prendono un impegno col governo di formazione e riqualificazione». Tuttavia la Corte Costituzionale e la Corte di Cassazione hanno escluso la possibilità che misure di sostegno alla disabilità o alla povertà possano contenere delle discriminazioni. Di tanto abbiamo già parlato in Pensione di invalidità anche per gli stranieri.

Come si riceveranno i soldi del reddito di cittadinanza?

I soldi saranno versati sulla tessera sanitaria con il chip, o su una carta elettronica, non in contante, perché secondo il vicepremier «questi soldi si devono spendere presso gli esercizi commerciali italiani per far crescere l’economia e limitare al massimo le spese fuori dall’Italia», così «avremo un gettito Iva e Pil superiore »

Per quanto tempo si avrà diritto al reddito di cittadinanza?

Una volta riconosciuto il diritto al reddito di cittadinanza, il beneficiario ne godrà per tre anni di seguito salvo dovesse, nel periodo intermedio, perdere i requisiti (nel caso di innalzamento del reddito). Dopo i primi 18 mesi verranno effettuate verifiche periodiche.

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Dopo i primi tre anni, se il cittadino mantiene i requisiti, si vedrà rinnovare il reddito di cittadinanza. Diversamente perde il diritto.

Quando si perde il reddito di cittadinanza?

Si perde il diritto al reddito di cittadinanza innanzitutto se si supera, nell’arco del triennio, il limite di reddito di 780 euro. In secondo luogo se si rifiutano almeno tre proposte lavorative “eque”.

Chi è proprietario di una casa avrà diritto al reddito di cittadinanza?

Il reddito di cittadinanza sarà riconosciuto anche ai proprietari di casa, ma in forma ridotta: «Se hai un appartamento e chiedi il reddito di cittadinanza – ha spiegato il vicepremier Luigi Di Maio – ti viene stornato il cosiddetto affitto imputato, quindi dai 780 euro concessi ai redditi “zero” arrivi a circa 400 euro».

In sostanza si attribuisce all’alloggio di proprietà un valore equivalente alla casa presa in affitto. Chi paga il mutuo, però, ha diritto a una maggiorazione di 150 euro: in questo modo perde 130 euro anzichè 280 al mese.

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Si può possedere un secondo immobile, di valore non superiore a 30mila euro.

Chi vuole il reddito di cittadinanza?

Sicuramente il M5S. Il ministro dell’Economia Tria non vuol portare il deficit al di sopra dell’1,6% per cui mira verso una manovra più prudente. Anche Salvini è piuttosto freddo sul reddito di cittadinanza – «non è una nostra priorità» dice – conferma il sostegno leghista alla misura, che è contenuta nel contratto di governo come «reinserimento al lavoro, come aiuto a chi non ce la fa per tornare ad essere libero, produttivo, indipendente».

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