Responsabilità per i rumori del pollaio

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Cosa fare quando il canto del gallo o gli schiamazzi delle galline superano la normale tollerabilità e disturbano il riposo o la vita quotidiana: quali sono i rimedi legali.

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Non tutti amano svegliarsi all’alba, e anche prima, con il canto squillante di un gallo che annuncia l’arrivo del nuovo giorno. Se sei tra questi e la cosa ti disturba, vorresti sapere che fare e se la legge prevede rimedi per questi fenomeni. I rumori provocati da un pollaio, infatti, possono essere fastidiosi e molesti, specie se esso si trova molto vicino alla tua abitazione. Anche se ami la natura e gli animali, il tuo riposo può essere turbato. E allora sorge una precisa responsabilità, che, a seconda dei casi, può essere civile o addirittura penale.

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Forse, ti viene in mente che esiste un reato, il disturbo alla quiete pubblica, e vorresti sapere se si configura nel nostro caso. Oppure pensi a dei provvedimenti amministrativi a carico del padrone, con sanzioni se non riesce a tenere a bada i suoi vispi galli e galline, che non conoscono altre leggi se non quelle dell’istinto che gli impone spesso di aprire il becco ed emettere suoni a loro piacimento. Insomma, ci può essere, in base alla legge una responsabilità per i rumori del pollaio e a chi bisogna rivolgersi per impedirli o per essere risarcito?

Ha fatto scalpore la notizia di cronaca di un “gallo multato” dalla polizia municipale di un Comune del Lodigiano: per l’esattezza, il suo proprietario non aveva provveduto a fare in modo che evitasse di disturbare il vicinato ed così è stato sanzionato per violazione delle norme sul rispetto delle distanze: i vigili, allertati dalle lamentele dei vicini, dopo aver accertato il canto alle 04,30 del mattino, hanno elevato il verbale. Questo è solo uno dei rimedi possibili per garantire la tranquillità a chi vive vicino a un pollaio pieno di animali ruspanti. Ma procediamo con ordine e vediamo cosa prevede la legge in questi casi.

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Quando i rumori diventano molesti: la soglia di tollerabilità

I rumori molesti sono illeciti e fonte di responsabilità civile; in alcuni casi, integrano anche una fattispecie di reato. Il rumore provocato dalle più varie occupazioni delle persone e degli animali diventa illegale quando risulta intollerabile.

Ma questo fondamentale requisito va rapportato alla sensibilità comune dell’uomo medio, non alla tua in particolare, che potrebbe essere più accentuata: in altre parole, il fatto che un determinato rumore dia fastidio a te non è decisivo, occorre invece una misurazione di carattere oggettivo. Tra poco, vedremo come fare.

Il Codice civile [1] chiama questi fenomeni «immissioni» e li considera una forma di inquinamento acustico. Per essere illeciti, però, questi rumori devono superare la «

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normale tollerabilità»: fino a quella soglia, sono leciti. Infatti la propagazione delle onde sonore è inevitabile e altrimenti si finirebbe per considerare illecito anche, ad esempio, l’utilizzo di un trattore se il suo rumore può essere udito nei fondi vicini, pur se attenuato.

Precisamente, la soglia di “normale tollerabilità” viene superata – e quindi il rumore diventa illecito – quando le emissioni sonore superano di almeno 5 decibel il rumore di fondo della zona nelle ore diurne o di 3 decibel nelle ore notturne (dalle ore 22:00 alle ore 06:00). Se i rumori non superano questa normale tollerabilità bisogna subirli, essere tolleranti in base ai rapporti di vicinato; altrimenti, possono diventare illegali e, perciò, sono vietati. Chi li subisce può promuovere le azioni legali e giudiziarie per farli cessare, e chiedere anche il risarcimento dei danni. Fra poco ti spiegheremo il meccanismo.

Rumori del pollaio: cosa bisogna sapere

Intanto, per regolarti al meglio, devi sapere che occorre anche considerare in concreto da cosa questi rumori, pur molesti, sono provocati: se si tratta di un’

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attività produttiva, l’articolo 844 del Codice civile dispone che il giudice «deve contemperare le esigenze della produzione con le ragioni della proprietà».

Perciò, una radio o televisione tenuta a volume troppo alto non avrà giustificazioni, come anche gli schiamazzi notturni, mentre se si tratta di un macchinario industriale occorrerà verificare se l’impianto sia o meno a norma e se il suo rumore può essere ridotto mediante l’adozione di misure idonee. Il problema sta nel fatto che se i pollai sono destinati all’attività agricola – che comprende anche l’allevamento – sono considerati un’attività produttiva, e perciò questa norma del Codice civile è applicabile anche ad essi.

Nel giudizio, contano molto anche la durata del rumore, la sua periodicità e l’orario: nella fascia notturna, come abbiamo visto, la soglia di tollerabilità è più bassa per garantire il necessario riposo alle persone. Prima di avviare le azioni legali e giudiziarie che ti esporremo, perciò, bisogna sempre valutare le condizioni di tempo e di luogo, le caratteristiche del rumore, le sue ragioni e la condotta di chi lo provoca.

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Molti regolamenti comunali vietano gli insediamenti di animali da allevamento in prossimità delle civili abitazioni e nelle zone residenziali; in tali casi, se le norme sono violate, l’illecito amministrativo sussiste comunque, a prescindere dall’entità dei rumori provocati dal pollaio.

Il disturbo alla quiete pubblica

Il disturbo alla quiete pubblica è un reato, previsto dal Codice penale [2] e la fattispecie è denominata «disturbo alle occupazioni ed al riposo delle persone».

Qui però non viene in rilievo l’interesse alla tranquillità del singolo, ma quello della collettività. Infatti, per integrare il reato non è sufficiente che il rumore superi la normale tollerabilità e risulti molesto a qualcuno in particolare: dovrà essere tale da disturbare, anche solo potenzialmente, un gruppo indeterminato di persone che si trovano nel circondario.

Così, se il tuo vicino tiene abitualmente la radio a tutto volume e disturba te e la tua famiglia anche di notte, il suo comportamento costituirà solo l’illecito civile che abbiamo esaminato nel paragrafo precedente. Se invece le onde sonore si propagano per tutta la strada, si sentono per tutto il caseggiato e disturbano anche gli occupanti dei palazzi circostanti, scatterà il reato.

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Quindi, la differenza fondamentale tra l’illecito civile ed il reato sta nella percepibilità: se il rumore è così elevato che può essere avvertito da un pubblico indistinto nella zona (non importa che lo sia veramente: la contravvenzione è integrata anche se non c’è nessuno a lamentarsi) ci sarà l’illecito penale; se, invece, colpisce in modo sporadico solo soggetti isolati, no.

Rumori del pollaio: illecito civile o reato?

Da quanto abbiamo detto, emerge che solo in rari casi un pollaio potrebbe provocare rumori così consistenti e persistenti da configurare il reato di disturbo alla quiete pubblica.

Ad esempio, se abiti in una zona isolata e i rumori degli animali detenuti nel pollaio del tuo vicino ti disturbano, dovrai azionare i rimedi civili che abbiamo descritto nel paragrafo precedente, ma non potresti sporgere denuncia perché mancherebbe l’elemento costitutivo del reato, un rumore che colpisce una pluralità indeterminata di persone residenti in zona.

Viceversa, se il canto del gallo è in grado di disturbare un intero condominio, scatterà anche il reato.

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Rumori del pollaio: obblighi e responsabilità

Chi possiede degli animali deve tenerli in modo che non arrechino pericolo, molestia o disturbo alle persone. La legge [3] dispone che il proprietario di un animale (ed anche «chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso»), è responsabile dei danni provocati dall’animale stesso, salvo che provi il caso fortuito, cioè un evento imprevedibile ed eccezionale, che non è possibile fronteggiare con la normale diligenza.

Per i proprietari di pollai, c’è quindi il preciso obbligo di evitare i rumori molesti, ma non solo: dovranno anche adottare le precauzioni necessarie ad impedire esalazioni puzzolenti o altrimenti nocive per la salute.

Devi sapere che il proprietario di un pollaio ha una serie di obblighi imposti dalle normative sanitarie e di igiene pubblica, tra cui la registrazione degli animali al servizio veterinario della Asl (leggi “posso tenere le galline in cortile?“) per cui la tenuta di un pollaio non a norma potrebbe risultare illegittima per profili diversi da quello del rumore.

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Chi viola le norme che abbiamo esaminato potrà essere riconosciuto responsabile per rumori molesti in via civile e, se il comportamento integra anche gli estremi di reato di disturbo alla quiete pubblica, condannato all’arresto o all’ammenda in sede penale. Inoltre, potrebbe essere sanzionato anche in via amministrativa, nel caso di violazioni a specifiche prescrizioni imposte dai regolamenti locali.

Risarcimento danni per rumori del pollaio

Sia gli illeciti civili sia i reati che abbiamo esaminato sono fonte di responsabilità per danni arrecati: il proprietario che non ha adottato le cautele necessarie dovrà risarcire chi è stato vittima dei rumori o delle esalazioni provocate dal suo pollaio.

Il danneggiato, per ottenere il risarcimento, deve provare non solo l’entità del rumore che ha dovuto sopportare, ma anche il pregiudizio arrecato da ciò, cioè la tipologia ed entità dei danni patiti (ad esempio, insonnia, disturbi nervosi, tachicardia, ecc.) e la loro riconducibilità ai rumori provenienti dagli animali

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detenuti nel pollaio, anziché ad altre cause indipendenti da ciò.

Cosa fare contro i rumori del pollaio? I rimedi

Se temi che il rumore provocato dal pollaio del vicino sia illecito, la prima cosa da fare è accertare la sua consistenza e intensità. Dovrai misurare il volume delle emissioni sonore, con l’aiuto di un tecnico qualificato, che potrà essere privato, a tua scelta, oppure pubblico: in tal caso, dovrai rivolgerti all’Arpa (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) che tra i suoi compiti qualificati ha proprio quello della misurazione dei rumori, espressa in decibel, l’unità di misura delle emissioni sonore.

Queste misurazioni compiute da chi ha subito il rumore del pollaio potranno essere utilizzate come prova in tribunale nella causa instaurata nei confronti del responsabile. L’esito dell’intervento fonometrico dei tecnici specializzati, infatti, dimostra oggettivamente l‘entità del rumore negli ambienti, interni ed esterni, abitati o comunque frequentati dalle persone offese, molto meglio di testimonianze soggettive e non qualificate, che potrebbero essere facilmente contestate dalla controparte.

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Abbiamo detto prima che la giurisprudenza tende a ritenere intollerabile il rumore che supera quello di fondo, proveniente dall’ambiente circostante, di 3 decibel durante le ore notturne e di 5 decibel durante il giorno. Chiaramente, il superamento di tale limite non deve essere occasionale, ad esempio solo per pochi minuti nell’arco di un intero mese o anno; deve trattarsi di emissioni sonore ripetute e persistenti nel tempo.

Perciò, nel caso in cui emerga il superamento delle soglie di tollerabilità, potrai prima inviare una lettera di diffida al proprietario, e poi, se egli non provvede, instaurare la causa contro di lui, ed anche promuovere, davanti al giudice civile, un’azione inibitoria per ottenere un’ordine di cessazione immediata del comportamento lesivo. In caso di accoglimento, il giudice disporrà le opportune misure, ad esempio l’isolamento acustico del pollaio o il suo spostamento altrove.

In alcuni casi, è anche possibile agire sotto il profilo della violazione delle distanze: nel caso di cronaca cui accennavamo in apertura, l’intervento sanzionatorio della Polizia locale si è basato sul fatto che c’era stata una inosservanza delle relative disposizioni del regolamento comunale, che imponeva per gli animali da allevamento una distanza minima dai fondi e abitazioni altrui. È bene, quindi, consultare un avvocato per valutare le azioni da intraprendere.

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